5 Risposte a “Facciamo un giro nel lato selvaggio del cabaret”
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in risposta al commento della redazione c’è da dire che molti comici (mi limito a parlare del panorama lombardo che è quello che conosco meglio)coltivano in maniera compulsiva l’ossessione “Zelig” senza la ricerca del proprio comico interiore o la costruzione di un repertorio degno di tale nome. si limitano a 4 minuti, sempre e solo quelli, “che hanno promesso a Zelig” (giuro questa l’ho sentita) e frequentano i laboratoti dove fanno “repertorio” (i 4 minuti in questione) più per soddisfare il loro ego che per una crescita. a prescindere o meno sulla bontà del tuo ragionamento sui lab zelig, ci sono un esercito di “comici” che alimentano e ungono in maniera cieca gli ingranaggi di questo meccanismo.
Ciao Mister C,
è vero l’esercito alimenta i generali, ma sono i generali che portano l’esercito al “massacro”.
vero! ma non credo nessuno obblighi i comici ad andare gratuitamente ai laboratori… o sbaglio?
con permesso, ma trovo questi post esagerati. ho fatto anch’io un po’ di fila ai laboratori e ho trovato disorientante e incomprensibile l’atteggiamento degli autori, nonostante gli sforzi fatti per capire, alla fine l’unica scelta possibile mi è sembrata quella di allontanarmi. senza ansie, senza stress.
il mondo zelig è partito dal nulla ed è diventato un impero, gli va dato atto che la gestione di quell’impero è giusto che se la scelgano da sè, se vuoi partecipare, lo fai alle loro regole, per quanto anche a me sembrino assurde e contradditorie. l’alternativa c’è eccome! è sufficiente abbandonare quella strada (che SEMBRA una scorciatoia) e tentarne altre, come ce l’han fatta loro ce la possiamo fare anche noi, se abbiamo buone idee (in fondo il cabaret dello zelig è un po’… consumato), voglia di lavorare e niente paura di cominciare da zero. è vero che un miliardo di volte trovi porte chiuse e la parola zelig ne apre molte, ma è anche vero che rimboccandosi le maniche alla fine si ottengono anche tante grandi (nel piccolo!) soddisfazioni. buona fortuna.
gianni
Caro Gianni, hai pienamente ragione: ci sono strade alternative, basta avere coraggio, determinazione, energia per intreprenderle.
Però c’è troppa gente che è intrappolata dentro, che non è capace di uscirne, che passa da un laboratorio e da un provino all’altro, che viene sfruttata. Bisogna fare qualcosa per dargli una mano.
I toni sono forse esagerati, però se hai trovato incomprensibili alcune cose, allora concorderai che c’è anche bisogno di conoscere, conoscere per capire, quindi per scegliere o per evitare.
La Redazione