Facciamo un giro nel lato selvaggio del cabaret

22 Mag

 Di Alex

DANIELA arriva da Lecce, in treno fino a Milano
Mettendosi una parrucca, inventandosi un personaggio
Dice “ehi ragazzi! Facciamo un giro nel lato selvaggio del cabaret
ehi gente! Facciamo un giro nel lato selvaggio del cabaret”
IGNAZIO viene dalla Sardegna, ha fatto tutti i laboratori che ci sono…
Ma non si è mai demoralizzato, neanche quando lo scartavano a ripetizione
Dice “ehi ragazzi! Facciamo un giro nel lato selvaggio del cabaret
ehi gente! Facciamo un giro nel lato selvaggio del cabaret”
E gli autori dicono “Oh, oh, oh, oh, oh, oh”
IL PICCOLO GIOVANNI cerca sempre un ingaggio: vuole essere pagato,
anche 50 euro, anche una cena ma Viale Monza è un posto dove dicono:
“ehi Giovanni! Fatti un giro nel lato selvaggio del cabaret
ehi ragazzo! Fatti un giro nel lato selvaggio del cabaret”
IL TRIO RISATA sta battendo tutti i provini
Cercando un po’ di successo e una trasmissione tv
Hanno provato con Colorado. È andato bene,
li avevano quasi presi, poi gli hanno detto
“ehi gente! Fatevi un giro nel lato selvaggio del cabaret,
ehi ragazzi! Fatevi un giro nel lato selvaggio del cabaret”
Okay
IL MAGO GIACOBBUS  è abbacchiato: per un giorno ha pensato di essere Raul Cremona
Ma poi si è reso conto che stava andando sempre più giù. Il Valium gli tiene compagnia.
Dice a tutti “ehi gente! Facciamoci un giro nel lato selvaggio del cabaret,
ehi ragazzi! Facciamoci un giro nel lato selvaggio del cabaret”
E gli autori dicono “Oh, oh, oh, oh, oh, oh”

5 Risposte to “Facciamo un giro nel lato selvaggio del cabaret”

  1. mister c Maggio 30, 2010 a 1:08 PM #

    in risposta al commento della redazione c’è da dire che molti comici (mi limito a parlare del panorama lombardo che è quello che conosco meglio)coltivano in maniera compulsiva l’ossessione “Zelig” senza la ricerca del proprio comico interiore o la costruzione di un repertorio degno di tale nome. si limitano a 4 minuti, sempre e solo quelli, “che hanno promesso a Zelig” (giuro questa l’ho sentita) e frequentano i laboratoti dove fanno “repertorio” (i 4 minuti in questione) più per soddisfare il loro ego che per una crescita. a prescindere o meno sulla bontà del tuo ragionamento sui lab zelig, ci sono un esercito di “comici” che alimentano e ungono in maniera cieca gli ingranaggi di questo meccanismo.

    • ananasblog Maggio 30, 2010 a 3:55 PM #

      Ciao Mister C,

      è vero l’esercito alimenta i generali, ma sono i generali che portano l’esercito al “massacro”.

      • mister c Maggio 30, 2010 a 9:52 PM #

        vero! ma non credo nessuno obblighi i comici ad andare gratuitamente ai laboratori… o sbaglio?

  2. Gianluigi Giorgetti Maggio 23, 2010 a 10:29 am #

    con permesso, ma trovo questi post esagerati. ho fatto anch’io un po’ di fila ai laboratori e ho trovato disorientante e incomprensibile l’atteggiamento degli autori, nonostante gli sforzi fatti per capire, alla fine l’unica scelta possibile mi è sembrata quella di allontanarmi. senza ansie, senza stress.
    il mondo zelig è partito dal nulla ed è diventato un impero, gli va dato atto che la gestione di quell’impero è giusto che se la scelgano da sè, se vuoi partecipare, lo fai alle loro regole, per quanto anche a me sembrino assurde e contradditorie. l’alternativa c’è eccome! è sufficiente abbandonare quella strada (che SEMBRA una scorciatoia) e tentarne altre, come ce l’han fatta loro ce la possiamo fare anche noi, se abbiamo buone idee (in fondo il cabaret dello zelig è un po’… consumato), voglia di lavorare e niente paura di cominciare da zero. è vero che un miliardo di volte trovi porte chiuse e la parola zelig ne apre molte, ma è anche vero che rimboccandosi le maniche alla fine si ottengono anche tante grandi (nel piccolo!) soddisfazioni. buona fortuna.
    gianni

    • ananasblog Maggio 23, 2010 a 4:43 PM #

      Caro Gianni, hai pienamente ragione: ci sono strade alternative, basta avere coraggio, determinazione, energia per intreprenderle.
      Però c’è troppa gente che è intrappolata dentro, che non è capace di uscirne, che passa da un laboratorio e da un provino all’altro, che viene sfruttata. Bisogna fare qualcosa per dargli una mano.
      I toni sono forse esagerati, però se hai trovato incomprensibili alcune cose, allora concorderai che c’è anche bisogno di conoscere, conoscere per capire, quindi per scegliere o per evitare.
      La Redazione

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