Se 25.000 ore vi sembran poche (a cura di Gat) *
Facciamo un po’ di statistiche sui laboratori Zelig. Ci sono quelli in giro per l’Italia: Como, Bologna, Firenze, Genova, Marghera, Napoli, Piacenza, Rimini, Roma, Rozzano, Torino; poi quelli con sede a Milano: Artistico, Sex & Zelig, Oggi Le Comiche, Zelig in English. L’elenco è un po’ in difetto, perché a Milano nascono spesso altri laboratori tematici, poi ci sono anche quelli estivi. comunque il numero è di almeno 15.
Mettiamo che ogni lab faccia 12 serate a stagione: 15 x 12 = 180.
Vuol dire che nei 365 giorni di cui è composto un anno, una volta su due c’è una serata di laboratorio in cui si lavora gratuitamente.
Se calcoliamo che una ventina di cabarettisti ruoti attorno a ogni laboratorio abbiamo che: 15 x 20 = 300 comici coinvolti in vario modo, cioè una cifra spropositata con cui si potrebbero mettere in piedi una ventina di trasmissioni, come minimo.
Ipotizziamo anche che per ogni serata si interpretino 15 pezzi scritti apposta per il laboratorio o che siano parte del repertorio dei comici: 180 x 15 = 2700: migliaia e migliaia di sketch realizzati e messi in scena gratuitamente, durante 180 serate, da parte di quasi 300 comici.
Quante ore impegna globalmente questo sistema? Mettiamo che il comico sia in ballo dalle 5 del pomeriggio fino a mezzanotte (compresi gli spostamenti), cioè una media di 9 ore.
Se in un anno le serate sono 180, e in ogni serata la media dei partecipanti è di 15, verrà fuori: 180 x 15 x 9 = 24.300, vale a dire quasi 25.000 ore all’anno di sacrificio non retribuito, da strappare letteralmente agli altri impegni.
Insomma, abbiamo una forza lavoro che produce, produce, produce, senza alcuna contropartita e gratuitamente, da cui pescare quello che serve, concedendosi il lusso di poter mandare a male quasi tutto il resto. Lo spreco di energia, creatività, ore è enorme, quasi sempre senza alcun riscontro concreto.
Per interrpere questo danno infame basterebbe che i comici non partecipassero più ai laboratori, che pretendessero di essere altrimenti, retribuiti, e che convincessero le giovani leve a gare altrettanto. È scandaloso che chi si é fatto una base su tematiche care ai lavoratori oggi mon solo se ne infischia ma pensa di essere spre dalla loro parte, e io lo so per certo. C’ho litigato, con Michele, il mozzati. Walter Leonardo
Comici, la categoria meno sindacalizzata dell’universo, speriamo che le cose migliorino…
La Redazione
Lancio una domanda…
Se fosse che i laboratori, nati per uno scopo nobile, siano vittime di uno sfruttamento atto alla creazione di un bacino di utenza che un giorno andrà a guardare la trasmissione televisiva,
Nato dal desiderio ANSIOLITICO dei pubblicitari ?
Sei comprensibile fino a un certo punto, però è vero che molte finalità dei lab non sono quelle dichiarate.
La Redazione
Ops, mi è appena giunta una smentita: 20/30.000 euro sono una cifra spropositata. Forse dipende dalle situazioni: c’è il pub, c’è il teatro, c’è il posto che si sostiene da solo, c’è quello che ha il patrocinio del comune.
La domanda sorge spontanea: Ma i locali che ove sitengono i laboratori di cabaret, riconoscono soldi colore che gestiscono il lab. e se si in che forma?….quantifichiamo a sto punto 25000 ore sono tante.
Claudio, basta chiedere a un gestore. Credo che portare il marchio Zelig per un anno costi sui 20/30.000 euro al gestore del laboratorio, in passato è costato anche 50.000 euro, però un diretyto interessato saprebbe risponderti con precisione.
Pensa che mesi fa ho lanciato un’idea dal nome COMICOOP L’IDEA DISTINTIVA e mi hanno cazziato quasi tutti. Dove spiegavo che dei comici in cooperazione potevano portarsi a casa al mese dalle 500 alle 1800 euro facendo 8 spettacoli.
Secondo me bisogna cambiare i proverbi….
Attiran di più L’ILLUSIONE di far televisione che un biglietto da 100 euro.
Se dovesse essere in forma privata vi spiego come funzionava la cosa, onde evitare pensieri di pubblicità sul blog.
Claudio Masiero