INIZIA un’inchiesta cui è stato dato il titolo “Lo sterminio del live”, dedicata al forte e (forse) irreversibile calo del lavoro dal vivo.
27 Risposte a “Lo sterminio del live”
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La profezia della scomparsa del live (correva il 2010) | -
giugno 7, 2019
[…] motore di ricerca del blog. Quello che stupisce è la brutalità del titolo. Nel post iniziale (leggi qui). L’attacco recitava […]
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Non Alzo Le Dita: contro la violenza sulle donne
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per Top Gum
pur rispettando l’opinione di altri e nutrendo grande rispetto per gli artisti di strada, scommetto (da ciò che scrivi) che, prediligendo il cappello (una forma interessante di gratificazione economica all’artista) prediligi anche il lavoro amatoriale…
Inoltre da come scrivi probabilmente hai una secondo lavoro (o primo lavoro) e il comico lo fai per hobby… quindi può non riguardarti il discorso economico.
Rispetto in tal caso le tue occupazioni ma qui c’è anche gente che lo fa di mestiere, che mantiene famiglie da anni… e si discute di un problema…
vai a dire ad un metalmeccanico ti metto in cassaintegrazione perchè c’è un precario che fa il tuo mestiere quasi gratis!?!
mi sembra di leggere l’opinione politica attuale della cultura in Italia…
chi fa l’artista? lo faccia alla sera dopo il lavoro…
Pensa come vuoi e fai le tue congetture, tutto può essere.
Quelli che mantengono la famiglia da anni tanto di CAPPELLO.
Non prediligo il cappello, ma sottolineo che tutto è partito da lì.
Spesso molti pretendono senza sapere cosa vuol dire stare sul palco, e lasciatelo dire ne ho visti molti di DOPOLAVORISTI o come li chiamate che sanno starci meglio di molti che lo fanno di MESTIERE.
Ma così torniamo sempre al punto di partenza.
Possibile che siate solo capaci di analizzare e criticare e non di SIAMO O SIETE in troppi a pretendere di salire su di un palco.
Si fanno i puzzle per hobby o altro se sali sul palco hai un desiderio di esprimere qualcosa o di lanciare un messaggio a mio avviso.
Potrebbero esserci persone che si accorgono di avere delle doti artistiche tardi e quindi perché no.
Altri invece che non sono capaci neanche di vendere una polizza assicurativa o fare nient’altro, che decidono di diventare autori e cabarettisti, o magari altri decidono di diventare insegnati senza sostenere esami o lauree.
Per quanto riguarda la politica lasciamola stare.
Vorrei poter mettere tre o quattro dopolavoristi su di un palco con altri DI MESTIERE O TELEVISIVI e vedere le reazioni del pubblico, e se i DOPOLAVORISTI facessero ridere di più costringere gli altri ad invertire i ruoli.
Ti assicuro che quelli di MESTIERE avrebbero dei problemi i DOPOLAVORISTI si adatterebbero tranquillamente.
eventuali errori sono dovuti alla fretta e non rileggo quello che scrivo.
p.s.
Quindi non si può scrivere se non si è autori o scrittori?
Se fossi un operaio comune cadrei nell’essere un dopolavorista scrivendo nel blog?
Ditemi cosa devo fare iscrivermi alla siae in quale settore ?
Tutto bene, ma alziamo un po’ il tiro, cerchiamo di guardare alla situazione generale, mica è una sfida tra corporazioni (quelli col cappello e quelli senza)
Mi scusi Ananasblog, ma non è possibile sempre a guardare o a deprezzare la persona. Faccio un esempio, questa sera la nazionale italiana si scontra con un’altra squadra e nelle fila di quest’ultima i giocatori non sono dei professionisti della sfera, ma per vivere fanno i carpentieri e quant’altro.
La nostra nazionale si dovrebbe astenere di giocare? In fondo sono dei DOPOLAVORISTI.
E che diamine, ma la smettiamo con le se^^e mentali.
Proposto o stimoli.
IO dico che per misurarsi con se stessi per vedere se si vale usate il CAPPELLO e se il pubblico non vi paga ponetevi delle domande.
PUNTO.
Se queste persone non sono capaci di attirare e di coinvolgere per farsi dare un obolo dall’utilizzatore finale di uno spettacolo, figuriamoci se meritano di essere chiamati artisti.
Top Gum, la polemica sui dopolavoristi emerge anche in molte interviste e ne parleremo ampiamente, anche se il termine non ha il significato inteso in questi commenti, ma è relativo ad avere solo i “5 minuti” e non uno spettacolo. Insomma, il dopolavoro sarebbe più un dilettantismo sul palco. Altro termine che è emerso: pseudocomici, che è un po’ troppo offensivo. Se uno fa l’impiegato tutto il giorno e poi esce, fa una serata e spacca, è meno dannoso di uno che fa il comico a tempo pieno ma non regge per uno spettacolo intero.
L’Amministratore
Non capisco questa inutile polemica. E’ il pubblico che decide. Se il dopolavorista riscuote un successo strepitoso, ti assicuro che dopo un po’ vorrà farsi pagare. Punto. Poi nessuno sta dicendo che i professionisti sono tutti bravi, purtroppo non è così. Di cani e raccomandati ce ne sono parecchi. Non capisco perché continui a controbattere sottolineando la dignità degli hobbisti. E chi la mette in discussione? E’ altrettanto indiscutibile che se un tuo amico ti ripara l’auto gratis, il meccanico non ci guadagna. Tutto qui. Chi fa teatro di strada ha sicuramente le palle, come dici tu, ma non penso che chi ha studiato per anni e si è fatto i peggiori localini della provincia più bieca abbia meno dignità solo perché pretende di campare del proprio lavoro. E non fa differenza: se diverti il pubblico, ti si riempie il cappello, sia in strada sia su un palco. Boh? Proprio non capisco. E quindi ci rinuncio. Continuate senza di me.
rb hai ragione tu …. BASTA con queste polemiche, però permettimi di dire un’ultima cosa.
Parliamo fuori dai denti. la polemica nasce perché coloro che lo fanno di mestiere continuano a dire che i dopolavoristi si fanno pagare meno e che rovinano il mercato.
Quando a mio avviso (e lo dico per esperienze personali di amici dopolavoristi) molti che lo fanno di MESTIERE non disdegnano a chiamare i DopoLav. per serate senza riconoscergli niente (nei loro pensieri c’è il rapporto”Tanto guadagnano già durante il giorno”).
rb sarebbe un peccato non poter chiaccherare ancora, comunque la scelta a te.
Top Gum perchè ti scaldi? Mica voglio far polemica con te… per me i mestieranti e i televisivi (visto che li citi insieme) non sono la stessa cosa… altrimenti non saremmo qua a scrivere di live in crisi e altro…
Ma poi visto che parli con grande esperienza (scusa se io sono solo da 16 anni che sono nel settore del cabaret e da 10 completamente professionista) nessuno dice che ci siano dei buoni amatori… ma una vita interamente dedicata alla causa, alla passione per il palco ti permette di spaziare molto di più nel cabaret, di quanto possa credere (te lo dico perchè ho vissuto le due realtà)
sono un amatore… se non faccio ridere magari mangio lo stesso…
sono un professionista se non faccio ridere non mi richiamano, e io devo dar da mangiare a mio figlio
😉 con simpatia
Antinore, mi scaldo in quanto non riesco a vedere queste distinzioni nette, le PERSONE che salgono sul palco hanno il loro perchè.
Tu ne sei l’esempio, prima hai tastato il terreno, ti sei provato e poi hai fatto il passo hai preso una decisione.
Hai trovato l’ impresario giusto, hai sposato una donna che ti ha dato i contatti giusti, per merito o per qualsiasi sia il motivo … che sia vuol dire che doveva essere.
Io sono sempre stato un professionista in vari settori e ti posso assicurare che, chi mi conosce mi considera un artista in tutti quelli che so svolgere.
Ti posso assicurare che non mi sento uno o l’altro non posso scegliere di fare uno o l’altr e non mi definirebbe una delle due categorie, in quanto IO SONO. (aggiungete voi un aggettivo qualificativo a piacere)
Antinore wild sempre pronto al confronto e alla discussione.
Molta stima nei tuoi confronti, ma sarebbe il caso di trovare delle soluzioni a questo sisteme che sta distruggendo il cabaret.
😉 con molta simpatia
aspetta però TOP… perchè mentre tastavo il terreno, forse ero convinto (come molti dei comici di oggi) di essere il migliore, in realtà mi sono accorto dei miei limiti proprio quando ho fatto una scelta radicale e di campo.
Io non ero più bravo quando ero amatore.
La cosa di mia moglie che mi passa i contatti non l’ho capita? impresario? io ho coltivato un migliaio di contatti di agenti, impresari, esclusive fatto di gran lavoro, paziente e rispettoso…
Io no ti conosco quindi tu parli di grande professionalità… che sei un professionista in vari settori (quali) che scrivi IO SONO scrivete voi quello che volete… ma non ti conosco… non so chi sei, figurati cosa fai?
sempre simpatia
Era tanto per dire , non mi riferivo a fatti o cose personali , generalizzavo.
Posso dire che ci sono comici che sono diventati autori televisivi dopo che si sono accoppiati con la persona giusta? credo di si!
Posso dire che ci sono conduttrici televisive che lo sono diventate perché si sono accoppiate con le persone giuste? Credo di si!
Ho veramente sparato tanto per dire.
Ma di certo non mi riferivo a tua moglie.
Se dovesse in qualche modo essere stato offensivo , CHIEDO VENIA.
(anch’io non ho la più pallida idea di chi tu sia, anche se potrei essermi fatto un’idea)
A lungi da me dare giudizi su nessuno.
Il mio chiudere dicendo, tra parentesi, di mettere un’aggettivo qualificativo a vostra discrezione.
perché dopo IO SONO ci starebbe bene qualsiasi cosa, ed a sottolineare che non sono un tipo permaloso.
Molto carino lo pseudonimo.
Top, suggerisco sempre di spostare l’obiettivo da voi stessi alle alte sfere (di cui tratteremo le responsabilità in futuro).
Hai ragione Andrea … quindi comici e/o aspiranti tali Basta andare gratis a fare i laboratori, si fanno felici solo i proprietari.
Basta con gli scioperi della fame … si fanno felici solo le tazze del water.
Ma dai!
Credo che ognuno abbia il suo modo di protestare e se lui vuole fare così che lo faccia.
Anch’io non mi taglierei i cogl***i per far torto a mia moglie dopo che mi ha fatto le corna.
Ma se lui vuole fare così chi glielo può impedire?
Proviamo ad immaginare una situazione fantascientifica, dove l’artista che non si fa pagare perché passionario si rivela MOLTO più bravo e interessante di uno che lo fa di MESTIERE (non dopolavorista).
Chi avrebbe più diritto di essere pagato il primo o il secondo?
No, dai. Di cosa stiamo parlando? E’ chiaro che nessuno può né vuole impedire niente a nessuno. Ma è un dato di fatto che i proprietari dei locali fanno, giustamente, il loro interesse e se possono avere una serata gratis, la prendono. E’ sempre la stessa storia di non considerare questo come un lavoro, ma come una gratificazione personale. A me è capitato che mi si chiedesse di scrivere e mettere in scena uno spettacolo ad hoc in una settimana oppure di sentirmi dire “Dai, vieni lì, fai una scenetta…”. Capisci? E’ solo perché la maggior parte della gente pensa che sia un hobby. A nessuno verrebbe in mente di dire a un idraulico “Dai, vieni lì, mi metti a posto gli scarichi…” gratis, perché tanto che fatica fai? Se c’è chi non si fa pagare, il mercato di chi con questo lavoro ci vive, ne risente. E molto. E’ un banale discorso commerciale (se non vogliamo tirare in ballo la dignità del lavoro). Per la music, per esempio, non c’è più un locale che retribuisca chi suona; se vai a chiedere di suonare, ti dicono “quanta gente mi porti?”. Cosa vuoi che gliene importi della qualità, quando hanno gruppi di ragazzini che suonano e schiere di loro parenti e amici che riempiono il locale e consumano? Un’ultima cosa: cosa c’entra il discorso sulla bravura? Se uno non è bravo, il pubblico non va a vederlo una seconda volta. A prescindere dal risultato della prestazione, se hai lavorato, devi essere pagato. Poi sta a chi ti ha ingaggiato decidere se richiamarti o meno. Il discorso che fai tu è come dire che l’impiegato delle poste che reputi più bravo merita lo stipendio e un altro no.
RB ciao, sono d’accordo con quello che dici, anche se il blog si darà una linea editoriale un po’ diversa, nel senso che cercheremo di spiegare come dal dilettantismo diffuso ci sia chi ci guadagni. Stiamo parlando dei vertici, di un gruppo ristretto di persone. E’ probabile che non siano i locali (che hanno i loro problemi di sopravvivenza) a guadagnarci o, comunque, non siano loro i “carnefici”. Poi, probabiimente, la musica ha i suoi problemi un po’ diversi da quelli del comico, anche se ci sono moltissimi punti in comune.
L’Amministratore
Sì, la musica era solo un esempio, per dire che gli artisti sono tutti nella stessa barca. Se vuoi ti faccio nomi e cognomi di chi, dal comico, ci guadagna e per inseguirlo, quel guadagno, ha abbassato il livello qualitativo in maniera esponenziale. Bah! Pensi che ne usciremo mai?
Quoto in toto.
Quoto in toto era riferito al commento di RB: “No, dai. Di cosa stiamo parlando? E’ chiaro che….” ecc ecc
Paragonare una qualsiasi forma d’arte a il lavoro che si svolge alle poste, sinceramente lo trovo poco corretto. Semmai se uno alle poste non lavora non merita lo stipendio.
Sul resto potrei quasi esser d’accordo con te.
Nel mio primo commento consigliavo di mettere il cappello, metodo unico e storico per capire se si ha il gradimento del pubblico, questo dovrebbe essere metro di misura per gli artisti e i proprietari di locali.
“Quanta gente mi porti” , domanda e offerta.
Se tu chiedi di fare una serata, lui ti risponderà “Quanta gente mi porti”, se lui ti chiede di fare una serata tu chiederai”Quanti soldi mi dai”.
Ognuno ha un suo fine.
Credo che l’unico sistema per far ripartire il live sia, IL CAPPELLO.
Facciamo serate nei locali e mettiamo il cappello, basta sicurezze e io ho fatto questo , questo è il mio curriculum, sono amico di quello o l’altro.
W GLI ARTISTI DI STRADA loro si che hanno le palle.
Top Gum, va bene il cappello, va bene tutto, purché alla fine il bilancio dev’essere in attivo: per l’artista, per il locale, per l’impresario, per tutti.
La Redazione
Ananasblog, appunto come fare?
Per quelli di MESTIERE a percentuale sull’incasso, più persone richiama il loro nome più guadagnano.
Per coloro che cominciano, sarebbe bene esibizioni gratuite con il CAPPELLO.
Mr Forest prima dell’esibizione di Zelig ad un capodanno, mi raccontarono che per comprarsi una maglietta fece delle esibizioni al di fuori del negozio, con obolo a CAPPELLO.
tirò su 200euro nel giro di poco.
Sarà perché era Mr. Forest ma sopratutto perché è un’artista con la A maiuscola.
In quanti avrebbero la forza e lo spirito per farlo?
Pasqualino hai tutto il mio appoggio, perlomeno metti il cappello alla fine, perché comunque il tuo lavoro deve essere ripagato.
Il cappello … non è chiedere l’elemosina.
Stessa situazione in musica e teatro. Però, Pasqualino, se tu ti esibisci gratis per protesta, questi si abituano sempre più a non pagare chi lavora, quindi… non potresti trovare un modo di protestare che non danneggi i colleghi?
Ciao. E’ anche per questo che da qualche mese faccio spettacoli gratis per protesta, contro tanti e lo vedrete se avremo la forza di farli. per esempio contro chi dice: tu si, tu no, tu forse se mi lecchi il culo. Ci sono anche io se sbattiamo le porte in faccia a chi a sempre tentato di farlo con noi. Ciao Pasqualino
Pasqualino ciao, ho letto il post sugli spettacoli gratis. Ovviamente si tratta di una provocazione, ovviamente bisognerebbe andare verso forme di lavoro pagato per evitare la burocrazia del “Tu sì, tu no…”.
L’amministratore
Ho letto anche io il lungo articol… Pasqualino, ma stiamo scherzando?
Io non sono in un nessun giro televisivo, nessuna amicizia in alto e nessuna agenzia alle spalle, ma vivo ugualmente e SOLAMENTE della mia comicità… e mi devo anche ritrovare fra i piedi l’ennesimo dopolavorista che mi fotte il lavoro perché si esibisce gratis?!?
Ma in che razza di mondo siamo finiti?!?
Chi credi di combattere, andando gratis in un locale? Fai solo felice il proprietario!