Davide Colavini: la vita continua, anche lontano dai laboratori

13 Ott
Davide Colavini

Davide Colavini è un attore, un autore e un comico che, dopo l’approdo alla televisione, passando dalla “frequentazione assidua” dei laboratori, ha deciso di dedicarsi a forme di spettacolo più simili al teatro e alla narrazione.

DAVIDE CI RACCONTI IL TUO APPRODO A ZELIG?

Premetto che faccio teatro dai primi anni ’90, al cabaret ci arrivai nel ‘94/’95 frequentando proprio Zelig: in quegli anni giravo nel locale (ubicato dove oggi c’è il Ragoo) perché era anche sede di lezione della LIT (Lega Improvvisazione Teatrale). Ci tornai poi nel 2003, quando Lucio Wilson e Giancarlo Bozzo mi chiamarono a far parte del laboratorio artistico: fu un esperienza intensa che mi portò a fare la tv: Comedy Lab su MTV, Sabato Italiano con Baudo e nel 2005, Zelig Off.

SABATO ITALIANO NON FU UN PROGRAMMA FORTUNATO.

Sì, nella vita del comico è fondamentale approdare a programmi visti e vincenti: Sabato italiano fu una bella occasione ma sprecata, però l’altra faccia della medaglia fu la gratificante “Famiglia Bernardoni” con la Gialappa’s (Italia 1), poi Tribbù su Rai 2, Sputnik (Ialia 1), Modeland (All Music) e Neurovisione (MTV), questi ultimi due programmi anche come autore.

 COSA TI HA CONVINTO AD ALLONTANARTI DA ZELIG?

Terminata positivamente l’edizione Zelig Off 2005, di cui avevo fatto alcune puntate, chiesi al mio agente di informarsi se ci fosse spazio per Zelig Circus. Fu risposto direttamente da Gino Vignali che non vi era spazio. A questo punto non aveva senso andare avanti in quella direzione,  la mia crescita doveva proseguire altrove, inoltre si aggiunsero altri fattori per me importanti.

QUALI ERANO QUESTI FATTORI?

Un certo appagamento personale dall’aver fatto Zelig Off. Poi volevo stare più vicino alla mia famiglia. Poi la stanchezza dovuta ad anni di frequentazione di laboratori: artistico Zelig in viale Monza tutte le domeniche; Caffè Teatro a Verghera di Samarate tutti i giovedì; Scaldasole a Milano tutti i mercoledì.

PER QUALE MOTIVO HAI DIRADATO LA FREQUENTAZIONE DEI LABORATORI IN GENERALE?

Dopo anni di esperienza di spettacoli live in giro per l’Italia ho acquisito una certa crescita artistica nella capacità di scrittura e di interpretazione. Prima provavo pezzi di pochi minuti in diversi laboratori. Oggi finito un nuovo spettacolo lo faccio debuttare direttamente e per intero in alcuni teatrini. Così facendo guadagno tempo e non mi perdo in giudizi fuorvianti.

Inoltre (ed è la cosa più importante) bisogna rendersi conto delle proprie attitudini e di quando un genere di spettacolo muta: la mia volontà era, essendo prima di tutto un attore, quella di restare nell’ambito del monologo, avendo acquisito dei meccanismi narrativi unici e personali. A un certo punto nei laboratori (a carattere televisivo) non rientravo più e non avevo più soddisfazione. Quindi ho cominciato a lavorare nell’ambito del teatro di narrazione scoprendo un mondo teatrale ancora perfezionabile e migliorabile.

 VUOI DIRE CHE NON ANDRAI PIÙ AI LABORATORI?

Non è che non ci metterò più piede. Ci sono luoghi di cari e vecchi amici, ad esempio il Caffè Teatro. Però non sono sicuramente più un assiduo frequentatore delle serate gratuite, spesso senza un progetto e fini a se stesse.

COME HAI SCOPERTO IL TEATRO DI NARRAZIONE?

Diciamo che l’ho sempre “conosciuto”. Ero attore anche prima di fare comicità, però mi sono avvicinato personalmente a questo tipo di teatro solo negli ultimi anni, quando ho avuto la consapevolezza di poterlo affrontare al meglio.

QUALE PENSI SIA LA TUA STRADA?

Ho fatto la scelta di lavorare principalmente come attore, con tutte le sfumature di questa realtà: oltre al teatro ho lavorato in film, fiction tv, sitcom, varietà, spot pubblicitari, videoclip, lavorato in radio, ho ricevuto proposte come autore e, in teatro, ho debuttato recentemente alla regia. Insomma questa è la mia strada presente… magari tra qualche anno farò qualcosa di completamente diverso ma sarà comunque una scelta voluta e felice.

 QUALI LAVORI HAI FATTO NELL’ULTIMO PERIODO?

Ho da poco esordito alla regia con lo spettacolo “Shakespeare in Green” all’Innovation Festival di Milano 2010; da due anni porto in giro lo spettacolo di narrazione “Capitan Brianza e il destino di Donna Giovanna”; inoltre con Fondazione Cariplo e Residenze Etre, ho lavorato a “Settecentomila” per la regia di Michela Marelli, uno spettacolo sulla Grande Guerra che mi ha visto sia autore che attore. Dulcis in fundo il cabaret. Continuo comunque a farlo in programmazioni che mi cercano: “New Gag Economy – il cabaret aziendale” è il mio spettacolo più recente.

PROGETTI PER L’IMMEDIATO FUTURO?

Per il 2011 uscirò con altre quattro produzioni teatrali, una di queste è una collaborazione con un importante cantante degli anni ’80 (non posso fare il nome) per un tributo di concerto/spettacolo a Herbert Pagani.

 UN CONSIGLIO AI GIOVANI COMICI…

Farlo significa ammettere di essere anziani… Posso solo consigliare di non fossilizzarsi su ciò che oggi può portare al successo, ma di fare esperienze diverse e, se possibile, divertenti; dedicarsi alla frequentazione di scuole di teatro; elaborare progetti insieme, come una volta le vecchie compagnie (Teatro Dell’Elfo, Bronkovitz, Gran Pavese, ecc)

Ultimo consiglio forse spietato: se non avete attitudini non insistete troppo, anche la decisione di non fare questo mestiere può essere un alternativa interessante. Per comprendere le proprie capacità artistiche bisogna interrogarsi continuamente sul proprio andamento lavorativo e la propria crescita, rimettersi in discussione più del dovuto, infine non date per consolidato quel che avete finora realizzato, perché tutto cambia.

 

23 Risposte to “Davide Colavini: la vita continua, anche lontano dai laboratori”

  1. pierone2 ottobre 15, 2010 a 4:22 PM #

    ignorante!
    sei tu che non comprendi e quando non vuoi rispondere cambi discorso!
    lo scimpanzè visto la tua foto sei tu…
    svegliaaaaaaaaa!!!!
    troglodito!

    • pierone2 ottobre 15, 2010 a 4:24 PM #

      chiaramente sto parlando di Gavellasso…tanto amato in quel di Genova…

  2. antinore wild ottobre 14, 2010 a 7:50 PM #

    mah… non so, non conosco personalmente Colavini e non posso dirne ne bene ne male, ma non è che la sua scelta è stata dettata dal fatto che come cabarettista funzionasse poco? Se fosse lui il mediocre comico che cita nel dare consigli e che non ha convinto nemmeno dopo anni di laboratorio (non sarebbe il primo che non convince, classica formula: il cabarettista non è capace di far l’attore, l’attore non è capace di far ridere)… unico merito che verrebbe da riconoscergli sarebbe la consapevolezza di essersi dirottato sul teatro con una fuga elitaria.

    • ananasblog ottobre 15, 2010 a 8:56 am #

      >mah… non so, non conosco personalmente Colavini e non posso dirne ne bene ne male, ma non è che la sua scelta è stata dettata dal fatto che come >cabarettista funzionasse poco?
      Antinore, le tue conclusioni sono fuori luogo! Colavini fa ridere! Informati invece di sparare boiate!
      L’Amministratore

      • Un lettore ottobre 15, 2010 a 10:14 am #

        “Informati invece di sparare boiate!”

        Detto dall’amministratore di Ananas Blog fa molto ridere.

      • pierone2 ottobre 15, 2010 a 2:11 PM #

        forse perchè sei il suo autore?…
        gavellasso…perdi colpi…

  3. Romino Farazzi Rulli di Biondaspana ottobre 14, 2010 a 3:48 PM #

    Finalmente uno che ce l’ha fatta anche senza Zelig. Mi ricordo gli sketch tra Pippo e questo comico all’epoca sconosciuto ai più! Sono scelte e nelle parole di colavini si evince una serenità diversa rispetto agli altri. La volontà di dedicarsi di più alla famiglia o al teatro dimostrano che
    non sempre il successo o il denaro sono priorità assolute per chi appartiene a questo mondo dello spettacolo. Bravo Colavini e salutaci il Pippo nazionale

  4. Cabarettista Mascherato ottobre 14, 2010 a 1:47 PM #

    Sappiamo sicuramente a quali porte NON bussare.

  5. Pierone ottobre 14, 2010 a 12:50 am #

    Beh questo articolo del buon e bravo Colavini spiega quanto sono importanti i laboratori. Grazie a quelli ha fatto Zelig off e comedy lab su MTV (nato da un lab a Zelig)
    L’esperienza accumulata con altri lab gratuiti come barrios lab lo ha portato a Pippo Baudo, ma forse a quel punto non era seguito da un autore…
    dopo 10 e più anni ha abbandonato i lab, ma prima ne ha preso il buono che si poteva prendere..per cui lunga vita ai lab!
    Si evince…

    • AAA ottobre 14, 2010 a 5:36 am #

      Scusa pierone ma se dopo 10 anni ne ha preso il buono, potrebbe anche dire che il metodo di insegnamento non vale molto.
      Anche i lab a questo punto non è che valgano molto, meglio una scuola di teatro, non trovi?
      Due anni ma almeno ti insegnano qualcosa.
      Dieci anni di lab allora i conti di ananas sono giusti, mi sa che fanno apposta per avere sempre persone nuove sul palco che a loro volta portino parenti e amici a vederli.
      Invece che laboratori artistici sarebbero da chiamare CORRIDE ARTISTICHE ?
      Un’altra cosa sempre più spesso di questi tempi arrivano mail di artisti e sottolineo artisti che invitano a partecipare ai laboratori nei quali si esibiranno, scarseggia il pubblico? o lo fanno per dire questi li hoi portati io e quindi acquistare credibilità con il seguito che si porta alle kermesse?
      Chissà quanto ci guadagnano quelli sopra di loro …. comincio a pensare, anzi penso che d’ora in poi i laboratori nella mia mente li chiamerò il tunnel artistico.

      • ananasblog ottobre 14, 2010 a 8:31 am #

        >Un’altra cosa sempre più spesso di questi tempi arrivano mail di artisti e sottolineo artisti che invitano a partecipare ai laboratori nei quali si esibiranno, >scarseggia il pubblico?
        AAA è vero: spesso il pubblico scarseggia (come documentato al lab di Mestre, chiuso in anticipo) e andrebbero raccontate le serate in cui il numero dei comici surclassa quello degli spettatori (filo comune depressivo di tante serate made in lab).
        Ma il vero fenomeno del momento è spostare i comici dove ci sono le serate deboli, tipo: un comico del laboratorio di Giulianova (per dire) viene pregato, magari con telefonate di mezz’ora, di andare al laboratorio di Otranto (per dire) perché lì la serata è debole e il cast dei comici lascia a desiderare.
        AAA non ci crederai, ma adesso succede anche questo: il comico è una forza lavoro gratuita e flessibile.
        L’Amministratore

      • Un lettore ottobre 15, 2010 a 10:12 am #

        Forse non sei mai stato ad un laboratorio (di quelli che funzionano): sono essenzialmente luoghi in cui il comico “prova cose nuove e vede se funzionano” (per prima cosa) poi, casomai, “impara”, se ha voglia di imparare, guardando gli altri o ascoltando gli umori del pubblico.
        Ci sei stato a qualche laboratorio?

  6. Top Gum ottobre 13, 2010 a 5:15 PM #

    interessante questo blog, si scopre sempre qualcuno di nuovo.
    Non sapevo neanche chi fosse Davide Colavini, c’è sempre qualcosa da imparare.

    • ananasblog ottobre 13, 2010 a 5:54 PM #

      >interessante questo blog, si scopre sempre qualcuno di nuovo.
      >Non sapevo neanche chi fosse Davide Colavini, c’è sempre qualcosa da imparare.
      Top Gum, Colavini sta lavorando molto senza l’alibi della tv e senza fare laboratori: è un merito.
      La Redazione

      • Top Gum ottobre 13, 2010 a 7:13 PM #

        Sono contento per lui.
        Adesso cercherò qualcosa nel web per capire le doti di codesto Colavini.

        Quindi impegnandosi si riesce a lavorare nel mondo dello spettacolo senza scorciatoie?
        Ma quali porte bisogna bussare per fare un iter corretto senza cadere nei vari tritacarne?

      • pierone2 ottobre 15, 2010 a 1:07 am #

        Davide Colavini giustamente mette la famosa foto incriminata di zelig 2005 tra le sue foto di fb sotto “produzioni televisive”…

        …così dispiaciuto?
        tu tieni tra le tue foto quella della ex che ti ha fatto soffrire così tanto?
        gavellasso…

        • ananasblog ottobre 15, 2010 a 9:00 am #

          >tu tieni tra le tue foto quella della ex che ti ha fatto soffrire così tanto?
          Pierone 2 giuro che non so a chi ti riferisci. Mi sono sposato nel lontano 87, e sono in buoni rapporti con le ex.
          L’amministratore

          • Romino Farazzi Rulli di Biondaspana ottobre 15, 2010 a 9:55 am #

            sposato dopo quanti anni di laboratorio?

            • ananasblog ottobre 15, 2010 a 10:09 am #

              >sposato dopo quanti anni di laboratorio?
              Appena 1 anno, e senza fare neanche una puntata di Matrimonio Off.

          • pierone2 ottobre 15, 2010 a 2:14 PM #

            non capisci mai eh?…era un esempio non vedere attacchi personali dove non ci sono!!!
            era per dire terresti mai se mai tu avessi avuto una ex che ti ha fatto soffrire una sua foto?…colavini se avesse sofferto così tanto per quella foto la terrebbe tra le sue foto?
            mi sembra di parlare con tarzan! svegliaaaaaaaaaaa!!!

            • ananasblog ottobre 15, 2010 a 4:11 PM #

              >mi sembra di parlare con tarzan! svegliaaaaaaaaaaa!!!
              Urca, abbiamo uno scoop: dietro il nickname di Pierone2 si nasconde Jane (l’unica che parla abitualmente con Tarzan e che quindi può fare il paragone), a meno che… urca, una volta ho visto un documentario su uno scimpanzè che aveva imparato a battere sulla tastiera del computer, vuoi vedere che… ahahahahaha
              L A

              • pierone2 ottobre 15, 2010 a 4:26 PM #

                svegliaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
                se non comprendi o travisi sono gli altri gli scimpanzè?
                stai invecchiando a vista d’occhio gavellasso!
                sei mai stato giovane?

Trackbacks/Pingbacks

  1. Davide Colavini e FormaTeatro « - aprile 2, 2012

    […] Avevamo lasciato Davide Colavini, ormai lontano dai laboratori comici a fondo perduto (televisivo) e più improntato verso il “lavoro pagato”, soprattutto verso il teatro di narrazione (leggi intervista). […]

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