Marco Mengoli, autore delle vignette di Ananas Blog e, in senso più ampio, del blog Magnaccio Satirico, tra le altre cose organizza il concorso Carpe Ridens, quest’anno giunto alla quarta edizione, con la vittoria del duo I Fusibili.
In questa intervista parlerà dell’attività di organizzatore, in un settore così “caldo”. Infatti ciò scatena maggiormente l’interesse dei lettori del blog si può condensare nell’acronimo CCCP: Concorsi, Cast, Contenuti tv, Plagi. Ovviamente con un occhio alla crisi del settore…
CON QUALE OBIETTIVO ORGANIZZI CARPE RIDENS?
E’ nata circa quattro anni fa l’idea, prima lì vi organizzavo una rassegna con ospite e aperture, ma il continuo vedere la nascita di festival ove il verdetto finale difficilmente risultava reale e non concordato mi ha portato al compimento dell’idea. Un concorso seppur piccolo ove il vincitore fosse il reale e votato come tale, ove il premio finale seppur misero fosse vero e erogato all’istante in contanti e soprattutto ove vigesse semplicità, piacevolezza e contatto tra artisti, non invidia.
COME STA ANDANDO L’ESPERIENZA?
Abbiamo appena concluso la quarta edizione, direi, anzi dico bene sono state quattro annate divertenti e costruttive in tutti i sensi.
CI GUADAGNI? E’ UNA BIECA FORMA DI SFRUTTAMENTO VERSO I COMICI?
Beh come organizzatore, potrei dire che ho un rimborso spese e ci prendo la SIAE della serata, ma se andiamo a vedere cosa pago di ENPALS come presentatore (faccio parte dell’era dei factotum) e le ritenute d’acconto ci scappa a tutti una bella risata… giusto per restare in tema. Sfruttamento? No! Se no avrei fatto un concorso dove decido tutto io, dove il vincitore prende dei buoni benzina o una serata forse pagata e mi sarei tenuto un bel po’ di soldi per sera evitando di invitare ogni volta comici esperti e di livello che si potessero interagire con i giovani concorrenti.
A CARPE RIDENS E’ ABBINATA UN’ATTIVITA’ D’AGENZIA E/O DI ORGANIZZAZIONE SPETTACOLI?
C’è, in forma di piacere e divertimento personale, un tentativo ben riuscito di organizzare da anni rassegne ed eventi e Carpe Ridens serve anche per dare poi ulteriori palcoscenici ai partecipanti… sempre crisi e possibilità permettendo.
COM’E’ ANDATA L’ESPERIENZA DEL MIGLIO COMICO?
Bene. Un laboratorio di cabaret (nel vero senso della parola) che per 6, dico 6 anni, ha reso possibile le seguenti cose: che comici più o meno giovani avessero un palco ed una autore a disposizione per testare pezzi REALMENTE inediti, che bravi autori (E QUI RINGRAZIO DADO TEDESCHI, MARCO TAGASTE e CLAUDIO REGGIANI) potessero dare vita a collaborazioni con comici al di fuori del circuito TV e, infine, che un pubblico, o meglio il pubblico modenese, avesse la possibilità di vedere e capire quanto il termine comico e cabaret sia vario… a differenza di ciò che mamma TV ci impone da circa un decennio.
COME CONSIDERI L’ATTUALE SITUAZIONE DEL CABARET LIVE?
Perché esiste ancora una situazione del cabaret live?
C’E’ CRISI? COM’E’ COMINCIATA?
La crisi in realtà è una crisi nella crisi. Diciamo che il modello TV creato da Zelig ha fatto grandi cose nei primi due o tre anni e poi si è trascinato facendo danni enormi. Non li biasimo, però capisco che da buoni italiani hanno fatto quello che quasi tutti fanno nei diversi settori. Si fa impresa senza il “RISCHIO DI IMPRESA”.
Così dopo un paio di stagioni dove hanno fatto grandi cose con ottimi comici che avevano repertori pronti di diversi anni, hanno iniziato a mandare in onda cloni di cloni, gente che copia e stra-copia da comici famosi o giù di lì. E così oggi un giovane che ha idee, che cerca di differenziarsi e che vuole fare la gavetta per non bruciarsi si trova tutte le strade precluse dai cosidetti “ADDETTI AI LAVORI” gente che ha una cultura artistica molto limitata ma che essendo nei posti giusti, manda avanti comici da sagra parrocchiale che non fanno altro che scopiazzare cose già viste o scorte nel web.
COSA FAI PER COMBATTERLA
Da circa quattro anni, in estate frequento un campo d’addestramento Talebano.
UN CONSIGLIO PER TORNARE A CRESCERE?
Azzerare tutto e rischiare. Tornare agli anni 70/80, ovvero quando per arrivare a una battuta vi volevano anche due minuti, due minuti in cui il cervello dello spettatore ragionava e viveva, anni in cui un pezzo era di minimo 10 minuti, anni in cui gli “ADDETTI AI LAVORI” non tenevano il culo sulla poltrona dell’ufficio, ma si muovevano per locali alla ricerca di gente che aveva spettacoli, non “REPERTORI”.
Ciao
Ananas Blog (l’unico servizio pubblico cabarettisstivo)
ma quanto è simpatico Corradino Guzzanti? A me fa ridere un sacco, soprattutto quando fa Aniene 🙂
Ripropongo …
Concorsi di Cabaret
pubblicata da Claudio Masiero su Facebook il giorno venerdì 1 ottobre 2010 alle ore 17.00
I concorsi, tutto sommato sono un buon trampolino di lancio, per poter avere serate in quel comune o regione dove si svolgono, e poi diciamocelo, se vinci un concorso di cabaret il tuo nome gira, acquisti una certa popolarità nell’ambiente, tra gli artisti e operatori del settore.Ce ne sono di varie forme, anche a scontro diretto, certo è che se vi si partecipa bisogna stare alle regole, che nei concorsi sono insindacabili.Non me la sento di stilare una classifica di quale sia il migliore o il peggiore, quale sia la forma migliore per giudicare o per designare il vincitore tra quelli esistenti.Mi sento di dire che bisognerebbe avere un po’ d’ esperienza a garantire un minimo di professionalità, prima di ambire a i partecipare ad un concorso (ma anche ai laboratori aggiungerei)Vi starete domandando, dove?Una scuola di teatro con una sua compagnia, potrebbe essere un buon inizio.Tre anni a studiare e poi ci si mette in gioco.Credo che il PALCO abbia una sua sacralità e vada rispettata, non tutti ne sono all’altezza.Sarebbe auspicabile, a mio avviso, mettere i comici in condizione di apprendere o di comprendere cosa devono fare per migliorare o fargli capire quali siano anche i loro errori sul palco per migliorare il loro essere artista.
Mi state dando del sognatore, vero?
Sì, sogno…
Sogno un concorso a buca dichiarata.
Sogno un concorso dove il comico gareggi con se stesso.
Sogno che il comico dichiari quello che andrà a fare sul palco.
Sogno che il comico sia giudicato se ha mantenuto la promessa.
Sogno giudici operatori del settore e comici illustri senza vincoli di agenzia.
Sogno un concorso dove i finalisti vincano in quanto finalisti e non solo il primo arrivato.
Sogno un concorso dove si spartisca la vittoria in parti uguali, anche il premio in danaro.
Sogno un concorso dove, su carta pergamena ti arrivi il responso critico e tu decida cosa farne.
ATTENZIONE aggiungo onde evitare spiacevoli conseguenze che, prima di partecipare ad un concorso leggere bene le indicazioni e le modalità d’uso, anche se poi chi ha scritto le regole sarà il primo a non seguirle alla lettera. Se aderite alla partecipazione, vivetela e divertitevi e fate ciò che il vostro talento artistico vi detta. A mio avviso i backstage e la compagnia sono la parte più divertente ed istruttiva.
Il bello di raggiungere una meta … è il viaggio.
Claudio Masiero
cosa significa che prendi la siae della serata?
Di quanta acqua (sporca) abbiano fatto e facciano tutt’ora i concorsi e festival del cabaret, qualcuno se ne è accorto quattro anni fa, altri fin dal 1992, ovvero da quando il sottoscritto ha creato il FESTIVAL NAZIONALE DEL CABARET, (a cui sia Dado Tedeschi che Claudio Reggiani parteciparono, rispettivamente nelle edizioni 1997 e 2001). Anzi, volendo essere pignolo, me ne accorsi già l’anno prima, quando mi fu affidata la direzione artistica dei concorrenti alla prima edizione di “Bravograzie” ad Aosta, vinto da Luciana Littizzetto. Adesso, con l’inflazione delle manifestazioni dedicate a gare di cabaret (ormai quasi tutte “teleguidate”) è diventato più facile accorgersene ma, esattamente come prima, continua ad essere meglio far finta di niente, nella speranza che qualcuno (agenzie organizzatrici direttamente o indirettamente collegate alla tivù) prima o poi chiamino. E se poi i concorrenti all’ennesima tenzone ridanciana si rivelano davvero scarsi in quanto capacità artistiche? Vabbè, con quello che passa ormai in televisione, chi vuoi che se ne accorga…O no?
Mauro Giorcelli
>E se poi i concorrenti all’ennesima tenzone ridanciana si rivelano davvero scarsi in quanto capacità artistiche? Vabbè, con quello che passa ormai in televisione
Non lo so, ho ripreso a fare talvolta il giurato nei concorsi e trovo sempre degli autori che sono lì a fare scouting. L’A
Scouting? O a copiare?