Si sta preparando una lunga estate calda in cui il rifiuto del pubblico verso il genere comico aumenterà, complice anche la crisi generale. Eppure il settore non ha subito la concorrenza devastante del web e del dowload gratuito com’è successo all’industria discografica, ma ha fatto peggio: si è concentrato sui guadagni di pochi, in modo parassitario.
La crisi parte da lontano: dal bombardamento di banalizzazione televisiva e dalla diffusione a macchia d’olio della cultura del “lavoro gratuito”. In questo quadro, chi ha in mano il potere ha deciso di aumentare a dismisura l’esposizione televisiva che tanti danni ha già fatto. Siamo bombardati, come se dovessimo arrenderci.
Veniamo da una stagione di Colorado che l’illustre Aldo Grasso ha definito di serie C.
Poi a ruota c’è stato uno Zelig Off sgonfio (accoppiato al canto del cigno di Ale & Franz).
Subito dopo è partita la peggiore edizione di sempre di Zelig, 15 interminabili puntate.
Intanto Checco Zalone e Giorgio Panariello avevano fatto degli show simil Fiorello. Intanto mediaset Extra ci ha martellati e rimartellati di tutte le repliche degli ultimi 10 anni. E Serena Dandini e Sabina Guzzanti sono affondate in prime serate troppo lunghe.
Poi Teresa Mannino, Ale & Franz e Lillo & Greg coi loro one man show… e Max Giusti in seconda serata.
E poi è partita Italia Coast2Coast, rifiutata dal pubblico e Sto Classico, in cui il peggio di Colorado è andato a sommergere 4 classici della letteratura.
Questa estate pare andranno in onda le repliche di Zelig, Ale & Franz, Checco Zalone Panariello…
e poi, d’infilata, si riparte con Colorado (come se se ne sentisse la necessità)…
e poi, senza il tempo di rifiatare, riparte Zelig, senza neanche quei 5 o 6 anni di pausa di cui ci sarebbe bisogno. Forse svangheremo Zelig Off, ma tenteranno di martellarci con la storia del BISABBIO (il BIScotto dell’ABBandono di BisIO).
Bastaaaaaa, ci arrendiamo, usciamo a mani alzate e fingendo di ridere!… Intanto prepariamoci a una lunga estate calda.
Ananas Blog (l’unico servizio pubblico cabarettistico)
Che dire, qui stanno morendo tutti di una malattia molto italica, anche se di questi tempi ne soffrono molti altri paesi… la paura. Eh si… niente di più semplice. La “Grande Paura”! Di chi? Di che cosa? Beh… dell’avere un’idea nuova che magari non spacca subito, che non è immediata, che il pubblico non capisce, che deve fare delle capriole per arrivarci… “Ah ma quel personaggio non è riconoscibile!” – “Eh ma non puoi fare una battuta su Pinko Pallino!… non lo conosce nessuno! almeno fallo senza la K!” Questo E’!!! Il comico ha paura di non essere preso a Zelirado, l’autore ha paura di scontentare il re, il re ha paura di scontentare la rete e la rete ha paura di scontentare il pubblico. Il pubblico, annoiato dalla paura, ringrazia e se ne va. Se ne va sul web, su you tube, a guardare i vecchi pezzi di Guzzanti, beh, anche i nuovi di Guzzanti (parlo di Corrado ovviamente!). I pezzi sottotitolati di comici stranieri… “minkia fra’, hai sentito la battuta di quell’americano sul Papa?” – “E quella di quell’inglese sui pedofili?” – “Ah, e quello che racconta di suo padre ubriaco che lo picchiava?” – ah no… noi non possiamo… è la Democrazia Cristana bellezza!! Si si… è ancora viva e vegeta! – Si però tutto questo non mi convince ancora… c’è… uhm… qualcos’altro… Crozza non ha paura, dice quello che vuole… e funziona… Fiorello non fa politica, è più sulla satira di costume, non ha molta paura… e funziona… e poi Guzzanti, Albanese… avranno mica paura loro!? – non, loro no… sono vivi e vegeti e hanno una particolarità… SONO BRAVI!! – HANNO STUDIATO!! – SONO ATTORI!! non sono arrivati alla televisione perchè dopo tre volte in un laboratorio, con un’idea che di culo ha fatto ridere, un autore li ha presi e li ha dati in pasto all’audience!! Cazzo! NON CE N’E’ UNO BRAVO!! Le ultime infornate di Zelig o di Colorado hanno solo creato dei prodotti da Centro Commerciale, da autografi e foto per ragazzini (e adulti) cerebrolesi con disturbi della personalità!! Le prime generazioni venivano fuori da anni di sperimentazione, di lavoro, di merda mangiata, di fallimenti, e di gatti morti in faccia… e soprattutto portavano il loro mondo in tv. Non portavano il mondo che gli dicevano di portare i Gini, I Micheli, e gli sticazzi del pianeta. Portavano il loro mondo e io se guardo la Tivvù, lo faccio per conoscere altro da me… non quello che è riconoscibile o comprensibile facilmente… quello lo vedo sotto casa. RACCONTATEMI STORIE NUOVE CON CAPACITA’ E QUALITA’!!! E’ tutto… E se non la pensate come me pazienza… questa è la mia storia!
>La “Grande Paura”! Di chi? Di che cosa?
Sì, è vero: la Grande Paura, da parte di tutti… Si aggiunga: cosa spinge la Littizzetto a fare il monologo numero 4.567 sulla Iolanda e sul Walter e sulle ascelle che sanno di cane morto? cos’ha spinto Luca e Paolo a fare Scherzi a Parte, mentre potevano prendersi una pausa da numeri 1? La Grande Paura? O il grande Manager (il quale ha paura di perdere il ruolo di capo palinsensto)
Comunque dal contesto sono usciti vincitori Crozza, Corrado Guzzanti, I Soliti Idioti, Guglielmo Scilla… L’A
io la penso come te in tutto, comprese le virgole e i puntini sospensivi.Tutto quello che proponi si puo fare e lo sto facendo e per farlo ho dovuto capire che bisogna stare lontani da certi ambienti che ti annebbiano la creativita,il pubblico nel tempo dara la mia sentenza.
Anni fa a Cevoli dovettero affiancare la Stefanenko perché non aveva abbastanza repertorio
In questo caso Grasso è “illustre”? Ma Aldo Grasso critica a prescindere..seduto da casa…il giorno che vediamo lui presentare una trasmissione o fare l’attore allora sarà giudicabile ed etichettabile.
>In questo caso Grasso è “illustre”? Ma Aldo Grasso critica a prescindere..seduto da casa…il giorno che vediamo lui presentare una trasmissione o fare l’attore allora sarà giudicabile ed etichettabile.
Hai detto una stupidaggine, se fossimo a la Zanzara su Radio 24 Cruciani ti avrebbe già tolto la linea (e Parenzo avrebbe fatto la gag dell’ambulanza)… Comunque per rispondere anche ad Alter Bactaer: la storia dei buchi live da parte dei comici televisivi forse non verrà mai raccontata, ma è una storia dolorosa e profonda… L’A
Forse la storia delle “toppate” (o buchi) live dei cabarettisti non verrà mai raccontata…o forse si?
punto primo: è una mia opinione, non una stupidaggine…finché c’è libertà di opinione…
punto secondo: Cruciani lo odio tanto quanto Grasso, anzi anche di più perché è un berlusconiano e un viscido quindi…
Parecchi anni fa, ad una delle prime edizioni di Loano Cabaret in Liguria (progenie dei festival e/o concorsi dedicati ai volti nuovi della comicità, ideato e diretto dal buonanima Pierluigi Delucchi Dagnino), un futuro attore e regista cinematografico toscano allora alle prime armi fece talmente inorridire che il pubblico lo cacciò letteralmente dal palco del Parco dei Principi lanciandogli addosso manciate di ghiaia raccolte da terra. Se si tornasse a tale dimostrazione di “adesso basta!”, sai quanti cabarettisti oggi ci penserebbero due volte prima di calcare qualunque palcoscenico, compreso quello televisivo! Oppure basterebbe che qualcuno, credibile, si prendesse la briga di informare quando le presunte stelle della comicità televisiva, spacciate come tali dalla tv stessa, bucano le loro serate dal vivo. Sai che strage!
in realtà non credo che il buco del live sia un problema dei comici, quanto del pubblico che li va a vedere. mi spiego: un comico televisivo è un comico televisivo, non deve per forza essere bravo anche nel live. gabriel garko (esempio a caso) è un bravo attore televisivo, ma dubito che sappia fare teatro. quindi se io spettatore vado a teatro a vedere gabriel garko che fa shakespeare, sono scemo io. se poi ci sono quelli che sono bravi sia in tv che live, meglio per loro. se però io vedo rocco ciarmoli (ottimo prodotto televisivo) in tv e mi aspetto che sia bravo nel live, sono io che sbaglio. io considero il pubblico che alza il culo per andare a vedere il cabaret sufficientemente intelligente da mettere le giuste aspettative nei confronti del comico che va a vedere
Risposta a: Non credo che il live sia un problema dei comici…
E’ un problema dei comici (specifico: di quei comici soprattutto televisivi che sanno fare solo quello), perché viene loro fatto credere dai loro sfruttatori che il passaggio in tivù porterà inevitabilmente pienoni in piazze e teatri e la triplicazione del cachet. Idem con il cinema. Purtroppo i fatti hanno provato che non sempre è così. Quando i malcapitati si rendono conto di essere stati bruciati è troppo tardi e tornano mestamente nei localini e pub chiedendo di fare una serata, se non altro recando sulla locandina il fatidico marchio di questa o quella fabbrica delle risate che li ha illusi.
E’ anche un problema del pubblico ma facendo un distinguo.C’è pubblico e pubblico: il pubblico bue (televisivo) e il pubblico volpe (quello che non si fida di ciò che vede in tivù). Senza offesa, ma è così. Il primo va a vedere dal vivo quello che gli ha propinato il video e, in genere, esce scontento (il che vuol dire che proprio tanto bue non è), il secondo, forse più documentato, sceglie bene ciò che andrà a vedere dal vivo. Quindi, almeno in questo caso, la ragione è come una moneta a due facce molto simili fra loro: occhio a come la spendete.