
tutto è laboratorio
Ananas Blog fin dall’inizio (maggio 2010) ha indicato nella moltiplicazione dei laboratori uno dei fattori della crisi lavorativa e creativa della comicità italiana. L’obiettivo principale erano i laboratori Zelig, vere fucine di lavoro gratuito, di “indottrinamento televisivo” e di liberatorie ai limiti del surreale. Adesso i laboratori Zelig sono dimezzati e vivono una crisi identitaria profonda.
Questo è più che positivo ma, parallelamente, i laboratori lungi dal diminuire sono addirittura moltiplicati. Sembra ci sia una corsa da parte di comici e autori ad aprirne sempre di più. La cosa buffa è che molti di loro sono impostati su criteri esclusivamente televisivi (personaggini, entrare a schiaffo, tormentoni). L’innovazione, la sperimentazione sono relegate ai canoni televisivi, proprio quelli che stanno facendo scappare gli spettatori.
E’ strano che ci sia questa corsa al lavoro gratuito in tempi di crisi lavorativa. Ma c’è una spiegazione semplice: c’è una fame di contenuti televisivi, dovuta proprio alla crisi. Una volta un comico che arrivava in tv diventava popolare, incassava un sacco di soldi e consentiva a chi collaborava con lui di guadagnare adeguatamente, per un lasso di tempo lungo (agenti, autori, produttori, spalle comiche, uffici stampa, eccetera).
Adesso un singolo comico guadagna poco per un periodo breve. Per questo si è aperta la caccia al maggior numero di potenziali comici televisivi. Per portare a casa uno stipendio devi succhiare da più gente possibile. E’ una questione di mercato. Ma non fa bene a nessuno.
Ananas Blog (l’unico servizio pubblico cabarettistico)
Come si fa a provare uno spettacolo intero col pubblico se ci sono solo laboratori dove uno fa 5 minuti se gli va bene?
Col metodo tradizionale: si scrive lo spettacolo, si trova una data in cui esordire (non è che deve essere il San Carlo) si esordisce
I laboratori sono l’UNICO strumento tramite il quale l’aspirante comico o il comico emergente può mettersi alla prova e costruire repertorio, con il quale magari potrà costruire (da solo o con altri colleghi) uno spettacolo al di fuori dei laboratori.
E fare laboratori marchiati Zelig o Colorado ha comunque l’utilità di poter dire “direttamente dallo Zelig Lab” o amenità simili, perché il pubblico (il vero problema della comicità) non vuole andare a vedere degli sconosciuti di dubbia provenienza. La gente non sperimenta vuole lo spettacolo SICURO.
Ed in questo contesto, fare delle apparizioni televisive è quantomeno utile ad attirare gente ai propri spettacoli basati sul repertorio duramente costruito con mesi, anni di laboratori e lavoro gratuito.
E in quest’ottica non si dovrebbe più parlare di lavoro gratuito ma di investimento in ricerca. Il laboratorio offre un palco su cui sperimentare, frequentato da altri colleghi (professionisti e non) con i quali scambiare esperienze e consigli. In cambio il comico offre il suo lavoro. Cito per completezza gli autori che sono di fatto abbastanza inutili e spesso piuttosto fastidiosi.
Quindi i laboratori hanno uno scopo. L’importante e sfruttarli e non venirne (solo) sfruttati. Usarli per costruire per se e non per inseguire la chimera di un’apparizione televisiva (che se comunque arriva è positiva). Altre possibilità di provare a mettere a frutto il proprio talento (e qui concordo con Il Mago, sempre ammesso che ci sia) oggi non ci sono.
Ciao, bisogna però ricordare che esistono (sono esistite) altre forme di tirocinio: le aperture, il preparare uno spettacolo intero, ecc.L’A
Era il Neolitico o già si conosceva il rame?
ciao Caio, mi permetto di dissentire.
Esistono molti artisti che NON vanno ai laboratori e lavorano lo stesso, ed hanno trovato la loro strada. Ehi, parlo di professionisti. E il repertorio nuovo si prova direttamente in serata, un pezzettino ogni volta. Sono (siamo) artisti che non vedrai in tv, probabilmente. Chi si propone nei locali, chi passa dal teatro, chi dalla strada, chi dal villaggio turistico. E lavorano nelle parrocchie e nelle sagre, nei matrimoni e nelle feste aziendali, con format che sanno anche andare oltre al cabaret di battuta.
L’illusione che il cabaret dei laboratori sei l’UNICA possibilità, addirittura scritta in maiuscolo, è un tarlo che fa più danni che altro, e soprattutto a chi li frequenta, che passano a volte anche 10 anni ad inseguire una chimera, senza realizzarla (quanti sono i professionisti ai laboratori?).
Non so se tu sia pubblico, artista o autore, o tutte queste 3 cose insieme, ma ti consigli di depurarti dal vicolo cieco dell’UNICO sistema possibile.
ma solo io noto che di questi nuovi laboratori, la maggior parte sono targati Ridens? La nuova Bananas
credo che quelli Ridens siano 4 (Verona, Vigevano, Milano le lumache, Torino), se diventano dei Giancarli Bozzi verranno redarguiti 😉 L’A
ha il timbro ridens anche cialtronight, che è frequentato per lo pù da artisti ridens.
non è un riodens lab, sono già stato cazziato una volta da Vasumi su questo. L’A
Un lab impostato così, non solo non fa bene a nessuno, ma relega il comico inesperiente a semplici comparsate che non gli permetteranno mai di mettere insieme il materiale che gli occorrerà un giorno per un “suo” spettacolo. A meno che non abbia la possibilità di pagare un autore di chiara fama che lo spinga in alto (e sempre che il comico abbia vero talento, altrimenti sono soldi buttati). Meditate, gente, meditate… 😦
qua si predica nel deserto. L’A
Trattandosi di prediche… sante parole? 😉