
lo scottante e infido modello 211
Quello che rendiamo pubblico qua sopra è un documento maledetto che, come tutti i documenti maledetti e misteriosi (a partire dal Necronomicon) è dotato di proprietà di magia nera che, in questo caso, si attivano tutte le volte che ci troviamo di fronte a uno spettacolo collettivo di comicità (leggi “laboratorio”, “concorso” o “provino” o “provino-laboratorio”). Nella numerologia è detto “Modello 211”.
Un organizzatore, messo di fronte a questo documento ha iniziato a girare le pupille verso l’alto mostrando il bianco delle cornee e ad agitarsi come un indemoniato, tanto che ci sono voluti 6 uomini robusti per tenerlo fermo. La violente frenesia gli è passata solo portando via il 211, solo allora è riuscito a balbettare qualche frase sconnessa: “pro pro, progetto artistico… pa pa palestra… pe pe per crescere…”.
Un altro addetto ai lavori (comico, autore e conduttore) di fronte al modello 211 ha iniziato a parlare in una lingua, strana, l’italiano: “L’8% del costo del biglietto, tolti gli incassi del bar, al netto del menù unico, togliendo il costo del fonico, sono tutti ladri, col calcolo forfettario, ho fatto un fax all’ufficio regionale, suddiviso per il numero delle sedie”. Queste frasi sconnesse tradotte da un esperto, pare significhino: “Siccome voglio gestirmi le cose come pare a me, faccio confusione in modo che tu non capisca un cazzo“.

un manager legato a una nota trasmissione tv (prima bello e biondo) dopo aver visto un modello 211 compilato correttamente
Ma il “modello maledetto 211”, come tutti i documenti demoniaci, nasconde forse un disegno segreto? Esiste forse un modo buono di usarlo e uno perverso? Se sì, quali sono gli effetti di questa perversione? Vediamo di rispondere:
LA PRIMA CHIAVE DI VOLTA – Compilare falsamente un Modello 211 (oltre a essere un peccato e far finire all’inferno per chi ci crede ed essere un illecito per chi crede alle multe) consente di tenere in piedi qualsiasi spettacolo collettivo in cui i comici non vengono pagati, soprattutto i laboratori di cabaret finalizzati alla tv. Qui è in ballo una cifra che può essere di 50, 100, 150, 200 euro a seconda di dov’è avvenuto lo show. Non c’è “evasione”, la cifra è sempre quella.
LA SECONDA CHIAVE DI VOLTA – Sicuramente la seconda chiave di volta è l’elusione dell’Enpals. Qui siamo in evasione fiscale allo stato puro. La logica della “negromanzia” è semplice: se dovessi aprire le agibilità Enpals per ogni comico mi costerebbe una certa cifra e andrei in perdita. Invece così posso farne venire 10 – 15 – 20 e oltre a costo zero, uaaagh uaaaagh (risata demoniaca).
COSA UNISCE LE DUE CHIAVI DI VOLTA? – Le unisce la falsa liberatoria. Per far sì che la magia bianca del Modello 211 diventi magia nera occorre dichiarare il falso. Gli adepti sono in grado di inventare qualsiasi castroneria, qualsiasi fregnaccia pur di non dire la verità. Serata frutto di improvvisazione, scuola di recitazione, materiale non depositato, altre posizioni contributive… è un sabba di piccole menzogne, di assurde paraculaggini, in modo che l’anima di chi è coinvolto si svuoti un po’ alla volta. Così poi la sua anima finisce nel “calderone” aaaaaagh (grido disperato).
IL GIOCO DELLE TRE CARTE (TAROCCHIAMO I TAROCCHI)
Se con l’Enpals si evade totalmente (oppure si apre solo “un’agibilità su 20” tipo per l’ospite d’onore) quindi il risparmio è netto, con la Siae sembrerebbe che si spenda la stessa cifra e non ci sia convenienza. Non è così. Mettiamo che ci siano da versare 100 euro netti. Grazie alla falsa liberatoria e al conseguente modello 211 taroccato posso fare questi incantesimi:
A) “Girare” tutta la Siae all’autore così evito di dargli un rimborso spese. 100 euro per 12 serate di laboratorio, fanno 1.200 euro, buttali via.
B) “Riversare” tutta la Siae sull’ospite d’onore, così lo pago un po’ meno (100 euro risparmiati).
C) “Trattenere” tutta la Siae così ho un mio rimborso spese (100 euro per 12 serate di laboratorio, fanno 1.200 euro, buttali via).
Mistero stupefacente: questa micro economia basata sui 100 euro ha consentito a tutti gli show collettivi di espandersi e di diventare lo spettacolo dominante in Italia. Se ci fosse stata la corretta compilazione del Modello 211 i famosi “cento euro” si sarebbero frammentati: 10 a Pino, 30 a Tony, 22 a Ruggero, 8 a Francesca, eccetera.
Ora ve lo immaginate un funzionario Siae alle prese con questo gioco delle 3 carte, funzionario che dovrebbe passare il suo tempo a inseguire la destinazione tarocca e le partite di giro di 100 euro? Impossibile!
VALEVA LA PENA DI ROVINARE LA COMICITA’ ITALIANA PER 100 EURO? – Assolutamente no. I laboratori hanno prodotto un disastro difficilmente recuperabile. Abbiamo la comicità più brutta di sempre. Non c’è lavoro. Molti organizzatori ci hanno smenato. Il gioco delle 3 carte, scivolando verso la magia nera, ha prodotto solo dei sabba basati su tormentoni e personaggini ed entrate a schiaffo.

chi chiede di “regolarizzare” rischia di essere guardato così
Ora per chiudere, alcune considerazioni di Padre Amo’, pio esorcista:
“Cioè, non è che, come posso dire, che esista uno status… nel regno di Dio c’è solo una forma di spettacolo… non esiste lo status di ‘concorso’ o di ‘laboratorio’… sono tutti spettacoli dal vivo… le pecorelle credono di andare lì a fare una palestra di comicità, entrano e sono perdute per sempre… il male si insinua in loro, partecipano a spettacoli collettivi, poi ne organizzano anche loro, non ne possono fare più a meno… la soluzione? affidarsi a Gesù. Avete mai visto un Cristo lab? Appunto! Pace e bene…”
Ananas Blog
E’ un ottimo articolo che andrebbe approfondito ancora di più. Ben fatto.
Più articoli del genere e meno articoli provoca-litigi. Il sistema va sradicato dalle fondamenta. Negli ultimi tempi si è innestato un meccanismo davvero sporco e sudicio. Chi commenta qui sopra dicendo “che i laboratori servono al comico per migliorarsi” è assuefatto dal luogo comune determinato da tale sistema: si trasforma un sopruso in una giusta causa accettandolo come vero (un esempio è quello razziale).
Si confonde il sopruso con “ti faccio un favore”.
Basti pensare che se non ci fossero comici disponibili a tale sistema, gli spettacoli, in cui guadagna e lucra una sola persona, non esisterebbero.
Questo sistema provoca una grave gerarchia e soprattutto classismo: si porta tutto nelle mani di una sola persona la quale, per POTERE DATO (ma in realtà PRESO come un vero e proprio colpo di stato), decide tutto: comici, pezzi, esibizioni, per quanto tempo ancora “deve” frequentare ecc, il tutto a costo zero avendo continuamente lavoratori ai propri piedi. Se per utopia TUTTI, e dico proprio TUTTI, i comici si rifiutassero di sottostare a tale sistema la comicità finirebbe di essere ghettizzata e ad essere imprigionata in fazioni. Ma in Italia lo sfruttamento è qualcosa che piace al popolo italiano che, al contrario di ciò che si pensa, è masochista…quasi gode, finendo anche per lodare il proprio sfruttatore. L’italiano dimentica che anche per lui ci sono diritti e rispetto della persona.
Chi organizza spettacoli a pagamento con questo sistema lucra sul guadagno complessivo di tali spettacoli (al 80% è IL VERO OBIETTIVO finale) e nel calderone, dunque, ci finiscono anche quelli che con la comicità hanno poco da spartire (poichè devono riempire la serata), quindi anche quelli che non sono per niente dei comici!
Per non parlare dei laboratori che si fanno all’interno dei locali per la ristorazione. Oltre allo sfruttamento dell’organizzatore si fa anche il “favore” al ristoratore del locale.
Insomma, ce ne sarebbero cose da elencare che questo sistema genera. Sarebbe bello un approfondimento.
Di solito non si mette la tournee quando ci sono date in nero a cui non si vuole dare visibilità.
Oppure non ne fanno.
Mi trovi d’accordo su tutto.
Ma.
Urge una domanda.
Secondo te, i laboratori (ok, spettacoli dal vivo) gratutiti o remunerati, servono o non servono al comico per migliorarsi?
Generalmente ti migliorano sulla “distanza breve” ma non sullo spettacolo completo (che dovrebbe essere l’unico obiettivo che ti possa far crescere). Una volta c’erano le aperture, cioè l’emergente faceva 10/20 minuti prima del comico più esperto e c’erano i “locali difficili” dove se funzionavi avevi fatto un salto di qualità. Ci sono posti in cui si può testare lo spettacolo completo, tipo il Caffè Sconcerto di Mestre. L’A