Lunedì 30 giugno, in seconda serata, è andata in onda la quarta puntata di Stand Up Comedy, il gruppo Satiriasi su Comedy Central, senza censure e all’insegna della libertà di linguaggio. In attesa di raccontare tutte le piccole e grandi rivoluzioni che stanno attraversando l’agonizzante mondo comico – cabarettista italiano (adesso come non mai è il momento di innovare, rischiare, buttarsi nella mischia) va riconosciuto che la rivoluzione più importante in corso la stanno facendo Satiriasi e Comedy Central (qui su Twitter, alcune battute significative) (qui una clip col meglio della puntata).
Vediamo cosa è successo nella puntata: questa volta conduce Francesco De Carlo, l’anima più surreale di Satiriasi, che inizia ricordando le regole, tra cui Nessun travestimento, nessuna parodia, nessun gioco col pubblico (qui parte la standing ovation, wow, che liberazione!). Arriva il sommo Saverio Raimondo che parla dei soldi al passato: non ci sono più (I soldi. Ve li ricordate i soldi? Quanti ricordi…) chiude con toni quasi biblici parlando del futuro “crack universale”.
Tocca a Mauro Fratini, la parte colta e saggia del gruppo, che inizia sull’idiozia dei Neo Nazifascisti (La memoria serve a ricordare. Se metti la mano sul fuoco e poi ce la rimetti o sei Muzio Scevola o sei scemo), passa per le teorie economiche di McKinsey per arrivare al racconto evangelico di Gesù e il fico; poi c’è Pietro Sparacino con un pezzo che coniuga “one liner” e contenuti, tenuto assieme dal collane che tutto “non ha futuro” (Italia è un paese senza futuro. Sto pensando di fare un gesto insano, rimanere in vita ).
Ananas Blog (Long May You Run)
Forse i ragazzi di Satiriasi sono un po’ integralisti nel loro modo di porsi, ma stanno riuscendo a smarcare un genere che qui in Italia non aveva mai attecchito.
e dove sarebbe la rivoluzione comica? ah ecco dire parolacce in tv significa fare rivoluzione comica? fate fare un programma a Sgarbi… non si ride mai in questo programma, mai… la rivoluzione comica la fai quando ti danno ragione gli ascolti e no se ti da ragione un manipolo di ex autori e comici frustrati che se la menano da soli qui sopra…
io ho riso un casino 😉
Quindi la vera satira in Italia vuol dire saper dire “sborra” sul palco?! Quindi crozza, che si traveste e non dice “sborra”, non fa satira?!
“la vera satira in Italia vuol dire saper dire “sborra” sul palco”
Scusa, ma dove l’hai letto questo comandamento? non risulta da nessuna parte, Satiriasi ha un suo manifesto ma non dice queste cose… L’A
Sono bravi, ma non è detto che la comicità sia quella. Verdone era più bravo di tutti questi messi assieme, ma non aveva quel linguaggio crudo. Devo dire che zelig colorado sono spazzatura. Satiriasi sono molto meglio. Lunga vita.
Concordo, apriamo altre realtà sul genere. L’A
C e un problema. Ora tutti vogliono fare come satiriasi. Qui sarà lo sbaglio. I comici spesso sono infantili. Ognuno deve approfondire il proprio modo di essere con i propri contenuti. Certo basta con le cialtronate. Comunque non concordo che crozza sia scarso. Molto peggio zalone che alla fine fa centoni e dal vivo senza bisio non hola mettere tre parole infila a quell altre. Film verente mediocri
No sa mettere
Non direi però: veniamo da 15 anni di trituramento cabarettistico televisivo. Siamo tutti così pieni di scorie cabarettistiche che non ce le leviamo più (e Beppe Tosco che dice?). Qualcuno suggerisce di prendere dei giovani di 20 anni e lavorare su di loro, dando per scontato che gli altri li abbiamo perduti per sempre. L’A
Concordo ma ci si può aggiornare anche dopo basta fare gli artisti non gli artigiani. Il problema e che gli artisti devono guadagnare. In Italia gli artisti guadagnano solo facendo tv e quelli che non fanno tv sono considerati scarsi. Altre nazioni danno sussidi agli artisti hanno un sindacato. Possono proporre lavori e crescere, basta vedere la Francia. In Italia va avanti la macchietta. Fai una cosa e per vent anni fai quella se provi a cambiare non piaci più. Siamo rimasti a goldoni come mentalità. Dovrebbero inserire nelle scuole il teatro, farlo diventare parte integrante della cultura, dare soldi a peogetti. Invece è un paese clientelare. Guardate il film di Luca e Paolo con geppy. Non ha incassato niente. I soldi li danno solo a chi è agganciato politicamente
“Altre nazioni danno sussidi agli artisti hanno un sindacato.”
Il sindacato lo possiamo fare anche qui, ci sono le condizioni adatte. Adesso. L’A