Zelig la puntata del 7.11.2014 al venerdì con Ale e Franz e Ambra

8 Nov

Ale e Franz e Ambra

La puntata di Zelig del 7 novembre 2014 ha totalizzato 3.065.000 telespettatori e uno share del 12.23% (qui il live su Tv Blog). Conduzione Ale e Franz e Ambra Angiolini, con ospiti speciali Enrico Ruggeri, Alessandra Amoroso e Nino D’Angelo, più le pallavoliste azzurre Cristina Chirichella, Noemi Signorile e Valentina Diouf. In onda eccezionalmente il venerdì per far dire: vabbè, le abbiamo provate tutte. Che sia arrivato il momento di chiudere la baracca e/o di trasferirla tutta in seconda serata?

Inizio con ben 18 minuti di ritardo, Ale e Franz tentano di darsi un brio rispetto ai tempi dilatati e surreali della loro comicità, Ambra tenta di darsi brio, I Beoni a schiaffo (sarebbe interessante sapere quanto rende in termini di serate e cachet, ai Beoni, il fare Zelig NDR) Mr Forest con la consueta accoppiata battute a raffica e gioco di magia (sarebbe interessante capire quale sia la necessità di Mr Forest di fare un’ennesima puntata di Zelig NDR), Maurizio Lastrico che fa un monologo sulla crisi ma girato verso il due di picche femminile (TFR: Trattativa per Fare Rapporto, gli impianti foto vulvaici). Marta e Gianluca col dating (“Piacere, Camilla e tu?” “Tegolino”), guest Ale e Franz. “Siamesi? Sono più di sei mesi…” (Made in Sud docet?) + Ambra.

I Senso D’Oppio col visual, qualche battuta offensiva sui capelli ed entra Gianni Cinelli col barista Shine. Il vivaio Zelig ha più spazio rispetto alle altre puntate in cui nella prima ora portava appena 2 entrate a schiaffo (sarebbe interessante sapere se ciò costituisce un cambio di strategia oppure è avvenuto così, per caso NDR), Sconsolata (la meno amata dagli autori Zelig) “faccio caming cazz (noooo), bratipo tipo (noooo) andrò in pausa (noooo), tosto sterone se lo prendi tu lo prendo anch’io (noooo), Lorenzo dei Medici della mutua (noooo), cassa disintegrata (noooo, pietà)”.

Enrico Ruggeri entra cantando “Quello che le donne non dicono…”, parte un pezzo di battute basato sul titolo della canzone, poi si canta ancora tutti assieme (sperando nell’effetto Morandi), Ruggeri è in promozione con un romanzo e con uno spettacolo con Ale e Franz, Ale e Franz ri – ri tornano col noir e arriva la guest clamorosa di Nino D’Angelo (in promozione teatrale), poi anche Ambra, Giovanni Vernia che rende omaggio a Jovanotti, pezzo con imitazioni, il Trio Medusa con le canzoni fraintese, Raul Cremona con la magia (sarebbe interessante sapere quale sia la necessità del bravo Raul di fare l’ennesima puntata di ZeligNDR). La cronaca finisce qui.

Recensione: dopo il bizzarro “Concertone” di Morandi della settimana scorsa, in cui l’intero Zelig si è aggrappato, con un fondo di disperazione, a tutto il repertorio morandiano, sperando di vivere di riflesso a “Fatti mandare dalla mamma, in ginocchio da te, banane e lampone” eccetera, in questa puntata si è tentato di mettere in pista altri agganci alla cultura pop,  nella consapevolezza che nell’immaginario collettivo di 18 stagioni di Zelig è rimasto poco oppure, per meglio dire, di ciò che è rimasto Mediaset si fida pochissimo.  Ale e Franz hanno provato a salire di ritmo ma la conduzione non sarebbe nelle loro corde, Ambra non è comica anche se ha esperienza di conduzione.

Le pallavoliste (messe a cantare Mila e Shiro) adesso costituiscono un’immagine positiva e vincente, di gioventù e bellezza e di lavoro di squadra. Si spera solo che Michele Mozzati non abbia fatto il lumacone con loro dietro le quinte (andatura dinoccolata, battuta pronta, sorriso da anziano rimasto giovane, baffo spazzolato, capello un po’ mosso, casual informale ma che si vede che ci ha speso dei soldi e non è comperato all’Oviesse, consigli e aneddoti bonari a profusione…).

Ananas Blog (Long May You Run)

11 Risposte a “Zelig la puntata del 7.11.2014 al venerdì con Ale e Franz e Ambra”

  1. Alessio Tagliento - novembre 10, 2014 a 11:00 am #

    Compagni!
    Ormai nessuno ha più il coraggio di dire “la puntata mi è piaciuta” perché parlare a favore di Zelig è fuori moda e non aggiunge amicizie su Facebook.
    A me spiace. Le puntate sono costruite con vero amore e tanta passione. non è retorica o buonismo da interno, è proprio quello che si prova li, sotto il palco, specialmente a fine puntata. Roberto, dimmi quando sei a Milano e ti accredito un ingresso.
    in ogni trasmissione TV (ne ho fatte alcune) si provano, durante la preparazione o la diretta, notevoli tensioni ed imbarazzi, e Zelig non è da meno. Ma questa edizione, queste puntate, queste conduzioni, hanno rinvigorito la passione di un tempo.
    C’è cameratismo, squadra, divertimento e voglia di far ridere.
    Raul che consiglia i Beoni, Forest che si complimenta con Marta, Morandi che chiede se è andato bene, Gino che apprezza i musicisti e Michele che si commuove.
    Roba bella. Per chi c’è, naturalmente. Col beneplacito per la volpe e la sua uva. Ci sta.

    il mio post viene a valle di un armistizio morale con Roberto (Gavelli, il padrone della pagina); ne approfitto per dire che tutto l’astio, i luoghi comuni, la critica smodata ai limiti del cospirazionismo, sono folklore assolutamente leggibile e legittimo di chi ha un punto di vista esterno. Non lo critico, ben vengano campane nuove (meglio se non monotonali…)
    Leggo rarissimamente Ananas perché mi dimentico di farlo. Purtroppo è un periodo in cui scrivo molto di più di quanto possa leggere.
    Nulla cambia nei vostri toni e nei contenuti ed apprezzo la costanza e la coerenza.

    Ho solo il bisogno di dire due cose.
    La prima l’ho imparata da due maestri, Max Novaresi e Fabio di Iorio e la condivido spesso con un compagno di viaggio splendido che è Graziano Cutrona: mai gioire del calo di successo, dei fallimenti, degli insuccessi o degli sbagli dei colleghi. ogni trasmissione che cede a questi problemi lascia a casa tanti colleghi, amici e addetti ai lavori. E porta pure male a chi lo fa 🙂
    La seconda è che: tutto è leggibile, dalle ipotesi del clima dei camerini all’utilizzo del vivaio (giusto, vivaio, l’A?) ma non ci sono “docet” che tengano. Il format Zelig è stato sempre e solo copiato, e in 18 anni ci sta eccome, ma non ha mai avuto nulla da imparare da chi è arrivato dopo, piuttosto ha insegnato.
    per tutto il resto, ve lo giuro, siete simpaticissimi.
    Non accanitevi, potrò leggere le risposte, a patto che mi ricordi, non prima di domenica prossima. piuttosto scrivetemi in privato o su FB.
    con amore per questo mestiere e per chi lo fa,
    Grazie infinite

    Ale

    • Anonimo novembre 10, 2014 a 12:37 PM #

      Scusate…se zelig ha “inventato”, allora “succo d’arancia” e “aria fresca” di Carlo conti cosa erano?! Mi sa che esistevano da prima di zelig…

      • Alessio Tagliento - novembre 10, 2014 a 1:35 PM #

        “inventato” l’hai detto tu. non io.
        comunque, si, televisamente si; esattamente da un anno e mezzo prima. aria fresca 1995 e zelig 1997.
        ma il locale zelig si muoveva già in questo modo dal 1986.
        ma per la storia del cabaret (io nasco allo Scaldasole di Milano nel 1996) vi consiglio di frequentare un meraviglioso corso che si tiene presso l’Accademia del Comico oppure di leggere qualche libro. è scritto ovunque.
        Io le storie le conosco bene entrambe.
        Lavorando con Giorgio Panariello ed avendo in David Lubrano uno stimato collega amico, la storia di aria fresca mi è piuttosto nota. La storia di Zelig mi è nota un po’ di più…
        il modo “ecco a voi” e “comico spalla” è tipicamente italiano. Dai De Rege a Mario Riva.
        Spariamo cartucce buone, dai.
        Love

        PS – ora non posso più rispondere.

    • ananasblog novembre 10, 2014 a 4:21 PM #

      Alessio ciao,

      non mi risulta esista questa timidezza sui social network, vedo abbastanza condivisioni dei video e pochi o nessun maleducato che insulta.
      Non so, il clima sereno e ridanciano non sempre corrisponde a un risultato finale apprezzabile, ricordo nell’ordine: a) clamoroso ed epocale flop in cui eravamo “tutti amici” b) grande successo ma con clima da caserma c) ambiente litigioso e risultato mediocre. Va a sapere…
      Talvolta un insuccesso potrebbe addirittura risultare salutare (anche se non è bello stare lì a fare i gufi, lì ha perfettamente ragione) basti citare tutti i miti di “rinascita” che accompagnano la nostra civiltà. Come per esempio in “John Barleycorn (Must Die)”: il chicco di grano deve morire affinché possa crearsi il whisky o la birra e ciò porterà alla nascita di altri chicchi di grano.

  2. Telespettatore novembre 8, 2014 a 4:00 PM #

    Prima di tutto c’è da dire che questa edizione di ZELIG è diversa dalle altre, in quanto è stata fatta soprattutto per celebrare il FORMAT, super copiato dalle televisioni generaliste, che ha compiuto 18 ANNI. E bastaaaaa adesso, mi verrebbe da dire!
    Quindi, si dà meno spazio ai comici che, comunque, sono quelli storici che hanno fatto carriera ognuno per conto proprio, ma, nonostante i numerosi ospiti, che aiutano a mantenere gli ascolti, il FORMAT (di Zelig copiato da Colorato e, poi, in versione meridionale da Made in Sud) ha STANCATO i telespettatori.
    La TV deve offrire qualcosa di nuovo ai Telespettatori ma insistono a mandare in onda questi programmi che sono diventati solo un modo per FARE BUSINESS (SOLDI) tra serate a peso d’oro e film che fanno flop, ma andranno avanti finché andrà bene sia ai produttori che ai comici che ci stanno dentro, a discapito dei Telespettatori (gli ascolti celeranno sempre di più fino a doverli cancellare dai palinsesti).
    Per fortuna la RAI sta dando spazio a nuovi programmi, come Quanto manca? e Nemico pubblico, e speriamo che le cose cambieranno molto presto anche a MEDIASET con altri PROGRAMMI NUOVI.

  3. Uno qualunque novembre 8, 2014 a 11:29 am #

    Buongiorno autore, leggo sempre volentieri questo blog, a volte trovo articoli e commenti interessanti, altre meno, ma ciò che mi piace sempre e comunque e mi convince a visitarlo è la volontà di dare attenzione alla comicità, analizzarla e criticarla. Mi dipiace però che nel commentare questa “deludente” stagione di Zelig stia dedicando sempre più attenzione e spazio a commentare presentatori, vip, siparietti, dietrologie e altre cose che con la comicità dovrebbero aver poco a che fare e che lei stesso giustamente critica, rimanendone però spettatore a sua volta.
    In questo articolo per esempio parla dei comici solo per poche righe, alimentando invece tutto il resto che non piace nè a me nè -credo- soprattutto a lei. Spero si ritoni presto a commentare comici e comicità, anche criticandola, che se non sabaglio è l’obbiettivo principale di cui si prefigge il blog e che mi ha avvicinato a seguirlo.
    Saluti.

    • ananasblog novembre 8, 2014 a 11:32 am #

      purtroppo questa edizione ha messo in secondo piano la comicità e oscurato il vivaio. L’A

  4. IR novembre 8, 2014 a 10:44 am #

    Vorrei chiedere una cosa all’autore di questo interessante blog: perchè dissertare giustamente sulla qualità della comicità e inserire in modo sistematico gli ascolti. Capisco che in questo modo è più facile far partire il dialogo, però il rischio è la qualità stessa del confronto su questo blog, che sinceramente, da questi ultimi interventi lascia un pò a desiderare.
    Perchè se il discorso cade sugli ascolti,e tempo fa lo “predissi” Made in sud sarebbe arrivato a fare 3 milioni e quasi ci manca. E televisivamente e produttivamente parlando è un risultato soddisfacente, visto il calo globale degli ascolti della tv generalista. Ai tempi d’oro della tv generalista made in sud forse ne avrebbe fatti 5 di milioni, e mi sono tenuto basso per la forte componente territoriale. L’unico difetto del programma e degli autori è che è arrivato troppo tardi, sempre parlando degli ascolti.
    Poi se il discorso cade sulla comicità, e lasciamo stare la regia e l’architettura del programma, che devi considerare come packaging di un prodotto commerciale, il discorso cambia.
    Però, e forse si potrebbe risolvere la questione ascolti-comicità, quasi contraddicendomi, è che le gabbie televisive umiliano il comico. Cioè Montanini, bravissimo, a made in sud, non so cosa potrebbe fare. Se in una fabbrica di vestiti, il tecnico vuole realizzare un bell’abito, ma il suo titolare gli dice che deve realizzarlo in 2 minuti, come sarà alla fine il vestito? Stessa cosa per il comico. La maschera della mediocrità cadrebbe se quel titolare della fabbrica di vestiti dicesse al proprio tecnico, ok ti concedo 10 ore, fammi un bel vestito. E forse di tecnici bravi non arriveremmo a contarne 3. Ok!!!

    • ananasblog novembre 8, 2014 a 10:51 am #

      purtroppo gli ascolti sono l’unico metodo di misura, in attesa che arrivi smart panel o altre cose di cui si favoleggia. L’A

  5. cino novembre 8, 2014 a 10:35 am #

    giovedì al posto di zelig la soap “Il Segreto” raccoglie 3.768.000 , cioè quanto il concertone di morandi, con share piu’ alto c’è da precisare. Dopo il trainissimo di Striscia ho fatto giusto in tempo di beccarmi l’ennesima battuta sullo spettatore che non trova posto! Cioè, la facevano Macario e Petrolini, Totò si rifiutava categoricamente quando gli allora giovani G&M gliela mettevano sul copione, anzi si fingeva cieco per non leggerla… BAAAAAAAASTAAAAAA direi, no?
    p.s.Ringraziate il maltempo, un alleato insperato per certi programmi tv.

  6. Celentano, Fiorello, Jovanotti e Benigni insieme a Zelig! novembre 8, 2014 a 10:34 am #

    Continua l’irrefrenabile opera del compagno pr che passa il giorno a chiamare gli amici per raccogliere qualche commento positivo su twitter e facebook o per arruffianarsi qualche blogger. Ma forse non basta, i giornalisti che sanno sempre che aria tira lo hanno già mollato. Per evitare il sorpasso di Made in Sud hanno chiamato a condurre le ultime puntate: Celentano, Jovannotti, Benigni e Fiorello accompagnati da Jennifer Lopez, Rihanna, Violetta, Miley Cyrus e Lady Gaga. Ospiti: Johnny Depp, Leonardo Di Caprio, Woody Allen, Tom Hanks, Brad Pitt e gli italiani Checco Zalone, Alessandro Siani e Matteo Renzi (stavamo a scrivere sull’Unità quando lui andava all’asilo). Canteranno anche: Adele, Eminem, Justin Bibier, Bruno Mars, David Guetta e Massimo Ranieri (vogliamo perderci lo zoccolo duro degli over?). Ma forse non basta. Il tempo passa anche per le trasmissioni.

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