
Stefano Chiodaroli
Stefano Chiodaroli ha aperto un gruppo su WhatsApp, dal titolo “Se li conosci li eviti” il cui tema di discussione è svelato dallo stesso Chiodaroli sulla sua pagina Facebook in data 7 dicembre 2015: ‘Ne fanno parte comici professionisti che hanno la possibilità di segnalare nomi e cognomi di ladri, truffatori, pasticcioni, promoter, organizzatori, padroni di locali da cui hanno preso fregature, o non sono stati pagati. Se imbrogli un artista li imbrogli tutti. Diventerai l’eroe negativo della nostra chat... Preparati a sentirti rispondere: “grazie, ma per quella data sono già occupato “‘.
L’iniziativa sta riscuotendo un certo successo. Molti comici anche di rilievo ci stanno scrivendo e si sta creando uno scambio di opinioni e di informazioni utili sul tema “fregature”. Qua e là emerge anche il desiderio di affrontare altri problemi del settore (si sa, i bidoni sono di varia natura, anche il mondo della tv ne è pieno), però si tratta di un primo passo, cioè quello di fare qualcosa su un tema che riguarda l’intera “comunità”.

Eugenio Chiocchi
Altresì interessante è il progetto di Eugenio Chiocchi sulla creazione di un “Albo dei Comici Professionisti”. E’ un’idea in fase di elaborazione il cui obiettivo è semplice: mettere in evidenza chi vive di arte comica a tempo pieno. Un nucleo forte di chi lo fa di mestiere è indispensabile per iniziare a invertire la crisi. Inoltre viviamo una confusione paralizzante: per esempio i professionisti vengono provinati assieme ai debuttanti, creando la categoria unica del “gioco al massacro”, cosa che non è utile a nessuno.
Sulla creazione di un database professionale ci sarà da ragionarci sopra e anche Ananas Blog dirà la sua. L’iniziativa di Chiodaroli e quella di Chiocchi sono quasi “sindacali” anche se non prefigurano la nascita di un sindacato vero e proprio. Però rappresenterebbero un primo passo verso qualcosa di più efficace. Il più grande tabù del settore comico è infatti la creazione di un’associazione di categoria. Appena se ne parla, vengono fuori i motivi per cui è impossibile farla e si viene presi da una strana malinconia apatica. Eppure resta una strada che adesso è necessaria e che presto sarà obbligatorio percorrere per ragioni stringenti di sopravvivenza.
Ananas Blog (Throw down like a barricade)
Chiodaroli la tua iniziativa mi piace! Come faccio a partecipare?
“Se lo conosci lo eviti” è al limite della legalità perché rasenta la diffamazione, e spunterebbe anche il nome “Roberto Gavelli”. L’albo comico dei professionisti è impossibile semplicemente per il buon senso, perché se uno ha un altro lavoro non è detto che faccia meno effetto di un “puro” (Jannacci era medico). Poi metterebbe insieme i “fenomeni” della stand-up con “l’apetta” e si vedrebbero psicodrammi che noi umani non immaginiamo neppure. Inoltre: non esiste un esempio simile in nessun’altra nazione. Ci manca la tassa sul “ridere”, patrocinato dal blog, poi siamo a posto.
Ciao, hai prove della “quasi diffamazione”? Cioè, dici, è stato messo nel mirino qualcuno che non meritava? è stato fatto del killeraggio?
Invece l’albo dei professionisti è una buona idea, non per creare degli steccati, ma perché quello che lo fa a tempo pieno è più sensibile alle tematiche del settore (Enpals, Siae, cachet, eccetera) mentre quello che di giorno lavora alle poste (per dire) cosa gliene frega di Enpals, Siae, cachet, eccetera?
L’A
Per chi subisce un torto commerciale o il non rispetto di un contratto, ci sono leggi che tutelano le prestazioni d’opera. Il Far West potrebbe essere un arma a doppio taglio, pensaci. L’Albo professionale non funziona per i Laureati in Architettura, figurati per quelli che vogliono far ridere. Definisci “quello che lo fa a tempo pieno”, perchè le cooperative di spettacolo o le associazioni culturali, non credo ci tengano a far parte di un albo…
Stai calmo. Qualcosa bisognerà fare. O ti sembra che la situazione attuale sia non migliorabile? Guarda che il settore ha toccato il suo momento peggiore e le cose stanno peggiorando ancora. E le prospettive sono pochissimo incoraggianti. Perché ti inalberi in questo modo in difesa dell’esistente? L’esistente fa schifo. L’A
Informati: Jannacci era laureato in medicina chirurgia… abbandonata in fretta e furia per i cabaret milanesi. Non ha mai esercitato la professione e di questo ringraziamo il cielo… capitare sotto i ferri con lui sarebbe stato un altro caso di malasanità. Annunciata.
Hai ragione, Antinore, chiedo venia, ho fatto l’esempio sbagliato e superficiale. Il concetto però rimane: quanti sono i comici, o i musicisti, che non hanno un altro lavoro? Oppure: cosa serve per essere definito comico a tutti gli effetti? C’è un titolo di studio, tipo una laurea riconosciuta? Se uno fa il comico dilettante, non fa ridere, però non ha un altro lavoro, allora diventa effettivo? Esiste per caso un albo degli attori?
Se lo conosci lo eviti ,
Vuol dire che o paga prima o non si lavora.
Non ci sono proscritti, solo persone che non hanno tenuto fede a certi patti e quindi non essendo la loro parola una moneta valida devono dare altre garanzie.
Tutto qua.
OTTIMA NOTIZIA! Anche il sottoscritto lo ha sempre detto più volte in questo blog.
Ci vuole un Albo dei Comici Professionisti per dare lavoro a chi vive di arte comica a tempo pieno, e non a quelle persone che lo fanno per hobbies e vanno in TV per conoscenze… , tanto bisogna stare sul palco pochi minuti e dire battute banali che non fanno ridere, e la visibilità in TV gli dà la possibilità di “lavorare” la sera nei locali ect, mentre la mattina vanno a lavorare al loro posto fisso da dipendente.
Rivogliamo comici che si dedichino a tempo pieno e con passione a questo lavoro per poter offrire al pubblico la vera comicità/satira che ci faccia tornare a ridere e che noi Telespettatori meritiamo, soprattutto pagando il Canone RAI.
legge Bacchelli per Cavallari
la satira la fanno su spinoza sul web, quotidianamente e gratis, non quei tristi dead men in parrucca e tormentone in tv.
ma chi la guarda ancora sta rumenta…..