
Comici si recano coi loro mezzi a una serata open mic
“Una volta c’era la guerra tra poveri, adesso c’è la guerra tra disperati”.
Questa battuta fulminante è di un comico che ha voluto mantenere l’anonimato, ma che ci tiene a dire la sua sull’attuale situazione della comicità live. Il periodo storico è particolare: siamo a qualche anno dall’avvento della stand up comedy in Italia (e in pieno crollo degli scalettoni televisivi di prima serata). Cosa sta succedendo?
“Diciamo che la situazione è durissima. C’è molta offerta, i locali sono quello che sono. Più di tanto non riescono a darti. Al limite se mantieni le tue pretese non ti chiamano. Tra l’altro adesso anche solo su Netflix ti vedi tutti i comedian che vuoi…”
C’è da chiedersi, in un quadro di questo tipo, come stiano andando i cachet…
“Alcuni che fanno i comici credo siano ricchi di famiglia, altrimenti non si spiega. Il più delle volte se a qualcuno gli dai 50 euro, viene a sue spese e ti ringrazia pure. Perché altrove non le vedrebbe neanche. Una volta rifiutavi 100 euro un po’ schifato, adesso li prendi e ringrazi.”
Si sta muovendo qualcosa in seguito o grazie alla stand up comedy?
“No. Non sembra che la situazione migliori. Adesso se un ragazzo riesce ad assemblare una mezz’oretta davanti allo specchio, si butta sul palco e spera che succeda qualche botta di fortuna, se è originale o se si distingue dagli altri. Può succedere, ma è più probabile che no”.
E voi cosa ne pensate? Quadro reale o eccesso di pessimismo?
Ananas Blog