
Comici si recano coi loro mezzi a una serata open mic
“Una volta c’era la guerra tra poveri, adesso c’è la guerra tra disperati”.
Questa battuta fulminante è di un comico che ha voluto mantenere l’anonimato, ma che ci tiene a dire la sua sull’attuale situazione della comicità live. Il periodo storico è particolare: siamo a qualche anno dall’avvento della stand up comedy in Italia (e in pieno crollo degli scalettoni televisivi di prima serata). Cosa sta succedendo?
“Diciamo che la situazione è durissima. C’è molta offerta, i locali sono quello che sono. Più di tanto non riescono a darti. Al limite se mantieni le tue pretese non ti chiamano. Tra l’altro adesso anche solo su Netflix ti vedi tutti i comedian che vuoi…”
C’è da chiedersi, in un quadro di questo tipo, come stiano andando i cachet…
“Alcuni che fanno i comici credo siano ricchi di famiglia, altrimenti non si spiega. Il più delle volte se a qualcuno gli dai 50 euro, viene a sue spese e ti ringrazia pure. Perché altrove non le vedrebbe neanche. Una volta rifiutavi 100 euro un po’ schifato, adesso li prendi e ringrazi.”
Si sta muovendo qualcosa in seguito o grazie alla stand up comedy?
“No. Non sembra che la situazione migliori. Adesso se un ragazzo riesce ad assemblare una mezz’oretta davanti allo specchio, si butta sul palco e spera che succeda qualche botta di fortuna, se è originale o se si distingue dagli altri. Può succedere, ma è più probabile che no”.
E voi cosa ne pensate? Quadro reale o eccesso di pessimismo?
Ananas Blog
OFF TOPIC:
Dopo l’articolo su Pintus tratto da un commento vorrei proporne un altro. Il commento ce lo metto io.
Titolo: Giovanni Cacioppo aggiornati!
Ci sono alcuni comici di Zelig/Colorado che non sono malvagi, sarebbero anche bravi ma per tutta una serie di ragioni sono anacronistici.
Prendiamone uno a caso: Giovanni Cacioppo. Giovanni è un monologhista che ha partecipato a vari programmi interpretando il ruolo del guaglione meridionale simpatico e un po’ furbetto che cerca sempre modi assurdi per risolvere i problemi e/o aggirare le regole. Se andate su Youtube potrete trovare un sacco di spettacoli suoi da un ora dell’ultimo decennio fatto in periodi differenti o anche da una ventina di minuti, ma tutti hanno lo stesso copione pluririciclato tanto che alcune cose citate fanno riferimento a cose risalenti a un epoca che ormai non c’è più come il pezzo in cui parla dei bonifici bancari che secondo il monologo starebbero “tre giorni per arrivare”. Ormai sono svariati anni che non stanno più tre giorni. Fa un pezzo ormai classico sulle multe per guida ubriaca dove dice che va a bere in discoteca (alla modica età di 50 e passa anni. Ancora in discoteca? A far che?) in cui peraltro dice che per evitare una multa esibirebbe i documenti di suo nonno. (Quanti anni ha tuo nonno? Sei il nipote di Dracula?)
A volte cade in contraddizioni assurde che cadono nel ridicolo come quando fa un pezzo su Facebook e poi dopo qualche minuto ne fa un altro in cui racconta che per “accoppiarsi” prende i numeri dal bagno dell’autogrill. O sei tecnologico o non lo sei, ma se cerchi di sembrare giovane parlando di cose giovani e poi dici che per rimorchiare guardi i numeri nel bagno dell’autogrill fai sembrare la critica a Facebook fine a sè stessa. Tra l’altro nello spettacolo cita più volte moglie e figlio e parla di rimorchiare sconosciute col numero del bagno. Perchè contraddire la narrazione così?
Fa ancora il pezzo sul milanese che lo ospita che credo sia risalente ai primi anni duemila come minimo.
Non dico di cambiare genere, ma almeno aggiornare il database di battute e renderlo un minimo coerente.
In certi momenti cita “le ultime vicende di Arcore”. Sono passati quasi 10 anni dal caso Ruby. Non sarebbe il caso didare una rinfrescatina ai testi?
Sono un fan ma a volte trovo video nuovi in cui sembra stanco anche lui di ripetere un copione ormai inflazionato. Quando è che cambia copione?
Sfruculiare Cacioppo non è nelle priorità 😀 La mancanza di rinnovamento è un problema diffuso…
La stand up comedy in Italia è stata una boccata d’aria fresca dopo decenni in TV (Zelig, Colorado e Made in Sud) di una comicità banale giusta per i villaggi turistici, volgarotta, stupida, con 50 “comici” uno dopo l’altro che non facevano ridere sottolinendo il divario tra nord ed il sud dell’Italia. Ormai la gente vuole vedere pochi comici ma bravi! Dopo la comicità scema mandata in tv per decenni TUTTI HANNO CERCATO DI FARE I “COMICI”, tanto non occorreva far ridere ma solo dire un tormentone, ed oggi ci sono centinaia di “comici” di questo genere, ma il loro tempo è finito! Si deve tornare AI VERI PROFESSIONISTI DELLA RISATA che come da sempre NON SONO MAI STATI PIù DI 4 OPPURE 5 IN TUTTA ITALIA.In passato ed ancora oggi ci sono stati e/o ci sono Totò, De Sica, Sordi, Troisi, Verdone, Pozzetto, Siani, Salemme, Biagio Izzo, Virginia Raffaele e pochissimi altri. Ottimo tornare alla SATIRA POLITICA,Religiosa ect, presente nei monologhi e scenette di Troisi, Totò e Sordi ect Si dice che Virginia Raffaele passerà al canale 9. Mi domando e dico perchè la RAI se l’è lasciata sfuggire. Ormai per fare ascolti bisogna affidare un programma ad 1 oppure pochi VERI professionisti BRAVI e si parla di un ritorno, forse, in RAI di Serana Dandini e speriamo che come lei tanti altri allontanati in passato dalla TV per fare la Satira ritornino.
Ola ciao! 😉
Caro amministratore,
la speranza che si riproponga la SATIRA in TV c’è sempre, anche se, pare, RAI2 sia recidiva con un programma in onda in prima serata SICILIA CABARET il 10 luglio 2018. Sarà lo stesso Format già visto e copiato di Zelig con Colorado e Made in Sud?
Si vedrà ……ma credo che sarà una fotocopia del format di un comico dopo l’altro con tormentoni e battute alla velocità della luce che non fanno ridere. Boh!
Quindi, ci dobbiamo aspettare di vedere prossimamente IN PRIMA SERATA su RAI2, ESCLUSO LE REGIONI GIA’ VISTE PER DECENNI Lombardia Cabaret (ZELIG e COLORADO) e Campania Cabaret (MADE IN SUD), Valle d’Aosta Cabaret, Piemonte Cabaret, Liguria Cabaret,Friuli-Venezia Giulia Cabaret, Veneto Cabaret, Trentino-Alto Adige Cabaret, Emilia-Romagna Cabaret,Toscana Cabaret, Marche Cabaret, Lazio Cabaret, Umbria Cabaret,Abruzzo Cabaret, Molise Cabaret, Basilicata Cabaret, Puglia Cabaret, Calabria Cabaret?????
Se decideranno di procedere in questo modo è anche giusto per dare la stessa notorietà a tutti i “comici” che fanno questo genere di cabaret e di tutte le REGIONI D’Italia visto che il canone lo pagano tutti gli Italiani. In realtà non si è capito se lo faranno per ogni regione Italiana ma a questo punto sarebbe cose buona e giusta! Vedremo cosa deciderà la RAI… Mistero ….
Io credo che la stand up sia nata semplicemente perchè ce n’era bisogno. Una serie di comici (Satiriasi in primis ma poi anche gli altri) hanno visto cosa girava in televisione e poi hanno visto da youtube o da altri canali cosa girava in America (e nel mondo) e si sono detti “perchè noi no?”. E bisognava chiamarsi stand up comedy semplicemente per dire “C’è zelig e colorado, ma noi non siamo quella roba lì. Noi raccontiamo noi stessi e la nostra visione del mondo. Poi io vedo nella “stand up comedy” di oggi quello che fu il Dogma di Lars Von Trier. Darsi delle regole, per tradirle magari poco dopo, non importa. Ha ricreato dei contenuti ed è stata la più importante rifondazione comica degli ultimi quarant’anni. La questione economica deve ancora solidificarsi, ma è questione di tempo. Comunque sempre meglio prendere 50 euro per fare stand up che andare gratis ai laboratori zelig (che oggi come oggi secondo me non hanno più niente da dare).
Ah, ringrazio l’amico che mi ha citato. Con un’errata corrige. Io sono anziano e all’antica. Se uno mi ruba una battuta lo vado a cercare e gli spacco il culo (non è vero ma è bello che in qualcuno il dubbio resti)
Ciao Dado!
Leggo solo ora.
Quanto inutile spreco di parole per una cosa che 40 anni fa facevano tutti: prendere due lire per raccontare se stessi. Ma allora non c’era bisogno di destreggiarsi con gli americani e pavoneggiarsi con i due australiani che ci sono su you tube. C’era solo chi andava in America a rubare battute. Sono commosso a vedere così tanti giovani che se la tirano perchè esiste Internet.
Riccardo
Off Topic.
Dopo mesi sono riuscito a intercettare Zelig tv.
Stavano intervistando Katia Follesa.
La cosa interessante di Katia Follesa è che… Scherzavo, non c’è niente d’interessante in Katia Follesa.
Il comico è interessante se incarna un clichè molto forte e lontano dal pubblico medio. La maggiorparte dei comici televisivi sono persone banali che raccontano cose banali esprimendo punti di vista banali. Per quale motivo un programma dovrebbe intervistare Katia Follesa? Posso capire un programma come Tv Talk che comunque mette a confronto personaggi diversi e opposti su temi televisivi e ci sta, perchè si è portati a parlare d’altro, ma un programma in una tv comica che intervista comici che parlano di comici a che serve? Cosa potranno mai dirvi che ancora non vi abbiano già detto?
I media e i comici italiani non hanno ancora capito una cosa fondamentale, cioè che NON è INTERESSANTE CIò CHE SI MOSTRA MA CIò CHE SI NASCONDE.
Tua suocera, tua madre, tua moglie o il tuo cane sono cose esterne che se vi riprendessimo per 24 ore inserendo telecamere nel vostro giardino o nei supermercati quando fate la spesa possiamo già vedere. ciò che vi renderebbe interessanti è il lato interno, il lato introspettivo, tutte quelle sfaccettature che normalmente non mostrate. è parlando di questo che potrete evolvere voi stessi come persona e noi pubblico che ascoltiamo. Che vostra suocera sia una stronza sinceramente non è una novità. è la madre della vostra anima gemella. La generatrice di colei che assomiglia a voi. Come volete che sia?
Avete rotto il cazzo!!!! Avete chiamato cabaret tutta quella roba lì fino a ieri. Oggi per dare un nome nuovo alle cose e distaccarsene hanno deportato il termine “stand up”. L’hanno fatto proprio per dire “noi siamo una cosa diversa,” quindi accettate la cosa e NON ROMPETE IL CAZZO!!! LASCIATE PAOLO ROSSI, WALTER CHIARI, GIANFRANCO D’ANGELO E TUTTI GLI ALTRI DOVE CAZZO ERANO SENZA DARE LORO UNA CONNOTAZIONE CHE NON HANNO!!! NON FACEVANO STAND UP. ALL’EPOCA LO CHIAMAVATE CABARET QUINDI CONTINUATE A CHIAMARLO CABARET E NON ROMPETE IL CAZZO!!!
Erano bravi, erano ottimi performer, guardandoli pUr non riuscendo a capirli del tutto perchè sono in un altra epoca comunque li apprezzo, ma non decontestualizzate le cose per favore!!!!
E se Oreglio o chi per lui volesse ribadire che l’unica cosa che è cambiata è il linguaggio esplicito dico, no porca puttana!!! Smettetela!!!!
Anche una macchina sostanzialmente è una moto con 4 ruote, ma la chiamiamo macchina apposta per differenziarne la catalogazione, il meccanismo interno che ha e l’uso che se ne fa!!
So che Oreglio dirà che Zelig inizialmente era esattamente come oggi sono gli stand up comedian e poi si è venduto ai tormentoni e che oggi si chiama cabaret ciò che prima si chiamava varietà e si chiama stand up ciò che dovrebbe essere il cabaret, ma NON CE NE FOTTE UN CAZZO!!!
AVETE SPUTTANATO LA COMICITà COI VOSTRI PERSONAGGI DEL CAZZO E I VOSTRI TORMENTONI DI MERDA!!!
ACCETTATE IL FATTO CHE OGGI LE NUOVE GENERAZIONI VOGLIONO DISTANZIARVI DA CIò CHE ERAVATE VOI E SMETTETELA DI BUTTARE TUTTO NELLO STESSO CALDERONE!!!!
Walter Chiari: attore teatrale e di musical a livelli stratosferici, attore di cinema, nonché monologhista, barzellettiere e protagonista di sketch al top, conduttore numero 1 anche di trasmissioni di prima serata in coppia con talenti unici come Mina e Ornella Vanoni. Voglio ricordarlo così:
“siamo a qualche anno dall’avvento della stand up comedy in Italia” HAHAHAHA. Chissà 30 anni fa cosa faceva Paolo Rossi. Direi che se si vuole fare un’anali almeno le premesse devono essere corrette.
*analisi*
vogliamo definirla quella roba che è iniziata soprattutto con Satiriasi? Quel cambiamento climatico lì (micro o acro che fosse). Poi cosa faceva Paolo Rossi negli anni 80 ce ne può fregare relativamente 😉
Non proprio visto che se c’è uno che portò la stand up comedy in Italia è proprio Paolo Rossi. E dopo di lui tanti altri. Il cambiamento climatico lo vede solo Giardina pro domo sua, dai…
Quella roba lì dai 🙂
Il problema non e’ Stand up o cabaret, il problema sono le cifre. I località sono spartiti e danno tre soldi. La quantità di battute, video comici e barzellette e’ impressionante. Le persone ridono con scorreggi sesso e banalità come è sempre stato, ma avendole a portata di un click ha distrutto il mercato. Senza considerare la burocrazia che ha un propretario di un locale e le tasse eccessive
La cosa sgradevole della rete è che cento persone, con una battuta a testa, magari l’unica della loro vita, in un giorno bruciano cento battute o cento idee che possono venire a un professionista in un anno. Quando non c’era internet, tutto l’umorismo estemporaneo non rimaneva scritto da nessuna parte e non circolava. Rimaneva in pizzeria e poi dimenticato per sempre.
i video dovrebbero promuovere il live (o almeno provarci). L’A
Nino lo sbaglio tuo è nel pensare che il comico sia una somma di battute. Il comico è IL SUO MODO DI PENSARE E DI VEDERE LE COSE TRASFORMATO IN BATTUTE. In America c’è Bill Maher comico radicale cinico antiecclesiastico che ha fatto della lotta alla religione la sua battaglia. Le battute sue dette nel suo modo di dirle e con la sua mimica sono talmente sue che la sua personalità gli da molta più forza che a chiunque altro con battute simili. Doug Stanhope è un white trash alcolizzato nichilista e il suo modo di vedere le cose e di raccontarle porta all’eccesso esasperando le cose a mille e lo rende inimitabile. Il comico esprime le proprie idee e il suo mondo con le battute, ma le battute sono il mezzo non il fine. Quindi non è la quantità a farne la qualità. Il professionista proprio perchè professionista dovrebbe essere qualcosa di più che una somma di battute come spesso invece è. Crozza se gli togli le battute e gli autori è finito. La sua personalità comica è zero. Esprime la tipica visione dell’uomo di sinistra medio senza uscire dal clichè. Un comico non dovrebbe essere una somma di battute geniali dovrebbe essere l’espressione di sè stesso, per questo pensare che oggi un sacco di ragazzini brucino un sacco di idee è sbagliato, perchè la stessa idea due persone diverse la possono interpretare in modi diversi.Fate dire a Bisio le battute di Paolo rossi e noterete che la personalità vale più delle battute.
Marco, apprezzo sempre la tua coerenza e la tua passione, ma secondo me fai lo “sbaglio di pensare” che si è parlato di comico come somma di battute. Riferendoti a Crozza hai nominato gli autori. Autori che magari non lavorano solo per lui e che devono scrivere tonnellate di battute per tanta altra gente. Ci campano. C’è una comicità, non per forza la pagliacciata, che è sbilanciata più sulle battute che su altre modalità. La maggior parte dei litigi tra comici al mondo è per furto di battute, non per furto di mimica o di nichilismo. Lasciamo perdere Crozza, che da dodici anni fa un qualcosa con cui non c’entra niente e in un paese serio al suo posto ci sarebbe Corrado Guzzanti. Woody Allen da ragazzo ha iniziato vendendo elenchi di battute ai comici un tanto al chilo. Dopo non è colpa delle battute se ci sono comici che dipendono dalle battute. Ci sono fuoriclasse tipo Antonio Cornacchione che la battuta la utilizza poco, preferendo paradossi e linguaggio originale, fuoriclasse come Maurizio Milani che non la usa proprio ed altri fuoriclasse come Boris Makaresko che in uno spettacolo ne faceva a tonnellate senza diventare una somma di battute proprio perché te le faceva vivere. Ed è stato un maestro per Alberto Patrucco. E anche per Dado Tedeschi, uno dei più grandi battutisti che ci sia in giro, e non mi sembra che vada sul palco ad elencare battute. E se rubi una battuta a Dado Tedeschi perché tanto tu la dici con un’altra filosofia di vita, un’altra faccia, un’altra personalità, magari tutte migliori (poi chi lo decide?), non penso sia una bella cosa, al di la del risultato che ottieni. Poi un conto è risolvere argomenti densi, che meriterebbero profondità, con sterili giochi di parole; altra cosa è fare battute che, attraverso un virtuosismo lessicale mettono a nudo qualcosa. E un professionista che lavorando scrive tante battute, ogni tanto anche belle (comico, autore, umorista, giornalista satirico ecc.), non può accettare che le battute siano di tutti o che in rete circoli una marea di umorismo gratuito originale o riciclato.
“Cicciolina è stata l’unico uomo politico italiano a
farsi fare quello che gli altri uomini politici hanno
fatto agli italiani” (Giorgio Faletti). Secondo me é una battuta che sarebbe funzionata sia in bocca
a Paolo Rossi che ad Ezio Greggio. Ciao.
“Cicciolina è stata l’unico uomo politico italiano a farsi fare quello che gli altri uomini politici hanno fatto agli italiani” (Giorgio Faletti).
“Cercavo di fare a lei quello che Eisenhower sta facendo al Paese.” (Woody Allen, 1977)