Archivio | giugno, 2019

Stand up & fight la maratona di comicità per Dado Tedeschi

11 Giu

Domenica 16 giugno sul palco dell’Arci Martiri di Turro, 12 ore filate di risate con più di 50 comici riuniti  per Dado Tedeschi, “il primo stand up comedian italiano”

L’evento è molto importante (vedi qui i dettagli) Stand Up and Fight è una maratona di comicità di 12 ore, i cui proventi verranno devoluti a Dado Tedeschi, comico e direttore artistico delle serate di comicità dell’Arci Turro. Dado è in ospedale a seguito i problemi fisici rilevanti, dai quali si sta riprendendo, ma che richiederanno una lunga riabilitazione. 

“Alla conduzione della maratona STAND UP AND FIGHT! si avvicenderanno 6 comedian: Luca Anselmi, Clara Campi, Marco Champier, Francesca Persiani, Grazia Sambruna e John Vincent. A loro il compito di presentare al pubblico più di 50 comici tra stand up e cabaret, in una variegata staffetta che esplorerà tutti i linguaggi della risata coinvolgendo artisti del calibro di Giorgio Magri, Edoardo Confuorto, Roberto De Marchi, Andrea Di Marco e tanti altri ancora.”

C’è ancora qualche posto libero, per coprire le 12 ore, chi fosse interessato può farsi avanti. Per prenotare occorre inviare un messaggio privato alla pagina Dado Tedeschi – Comedian.

Quello che colpisce di positivo in questa vicenda (che ha avuto ovvi risvolti drammatici) è il fatto che si sia creata una community, attorno a Dado Tedeschi, composta da colleghi di lavoro e allievi comedian anche tanto più giovani, rispetto a un comico di grande esperienza. Questo in un ambiente che spesso è pieno di gelosie e rivalità, in cui fare gruppo è più un’eccezione che una regola.

Stupiscono l’affetto e la partecipazione attiva da un punto di vista umano. “Dado ci ha dato tanto” è stata una motivazione spontanea che, nella sua semplicità, spiega tante cose. Significa che Dado Tedeschi ha seminato bene, in tutti i sensi. Significa anche che le accuse di avere un pessimo carattere o di essere ingestibili, che vengono distribuite a pioggia, servono solo ad appiccicare etichette spiacevoli e poco veritiere.

Una sola cosa a commento: RAGAZZI SIETE GRANDI! Vi state meritando ammirazione e rispetto… e grande DADO!

Orari: da domenica 16 giugno alle ore 14:00 – a lunedì 17 giugno alle ore 02:00

Dove: Arci Martiri Di Turro – Via Rovetta,14, 20127 Milano

Contatti: 02 45478420 arciturro@live.it

Ananas Blog

La profezia della scomparsa del live (correva il 2010)

7 Giu

Antefatto: “Quello che 10 anni fa scrivevi sul blog  si è realizzato. Avevi capito con anni di anticipo che un certo tipo di comicità era defunta”. Questo riconoscimento mi è stato recapitato en passant, durante una telefonata in cui si parlava di tutt’altro. Lo riferisco non per vantarmi, poiché ogni “cartomante” vorrebbe prevedere solo cose belle e futuri pieni d’amore, denaro e realizzazioni spettacolari. Un cartomante obiettivo, comunque, dovrebbe riferire ciò che vede (nel 2019 la tendinite peggiorerà, andrai in rosso in banca, scoprirai di avere le corna…) 

La cosa mi ha dato comunque da pensare, considerando  che 10 anni fossero un tempo esagerato, che la profezia della crisi epocale del cabaret italiano fosse molto più recente. Invece no, andando a ritroso nel tempo, ho verificato che una serie di post dedicati all’argomento risale al 2010 (la bellezza di 9 anni fa, un abisso di tempo) Per recuperarli tutti basta digitare “Lo sterminio del live” nel motore di ricerca del blog.  Quello che stupisce è la brutalità del titolo. Nel post iniziale (leggi qui). L’attacco recitava così:

INIZIA un’inchiesta cui è stato dato il titolo “Lo sterminio del live”, dedicata al forte e (forse) irreversibile calo del lavoro dal vivo.

SI TRATTA di gran lunga del problema più grave esistente, per il semplice motivo che un comico che non lavora o lavora poco è come se fosse mutilato. La separazione tra il comico e il lavoro live è qualcosa di traumatico, innaturale, a lungo andare insopportabile da sostenere.

LA CRISI è nel suo pieno, ha già destabilizzato il mondo del cabaret (e le sue derivazioni) creando una precarietà e un’insicurezza generalizzate; un abbassamento della qualità e della professionalità.

La crisi era entrata in campo con il brusco declino degli anni d’oro del cabaret. Quegli anni di boom erano trainati dall’eccesso di Televisività, dal ridurre sia live che tv a un unico pastone monotematico (il pezzo da 3 minuti, ritmo, ritmo, tormentoni). Lo sfruttamento commerciale, che tendeva ad allargare sempre di più la comunità dei partecipanti, era ovviamente insostenibile.

Il live scricchiolò per primo seguito dalla sempre minore resa delle apparizioni televisive (adesso quasi azzerata tranne alcune eccezioni). Anche se nel lontano 2010 tutto sembrava luccicare, Zelig, dal Teatro degli Arcimboldi, sparava standing ovation magniloquenti chiamate da Claudio Bisio e Vanessa Incontrada, Colorado si godeva un 14,8% di share medio (vedi qui) e più di 3 milioni di spettatori a puntata.  

Lo sfruttamento commerciale cabarettistico, già allora, creava due forti aree di disagio: A) la differenza tra i sogni di gloria e le difficoltà o l’impossibilità di raggiungerli B) il dover creare materiale comico che fosse televisivo e che era imposto dall’alto. Quando il disagio materiale e quello artistico si fondevano assieme, l’insofferenza diventava acuta.

Così non era solo il blog a percepire il problema, c’erano quelli che lo vivevano sulla loro pelle. Alcuni nel corso degli anni hanno trovato una soluzione: scappare dalla fabbrica di tormentoni e andare a fare cose più consone alle proprie aspirazioni. Talvolta seguendo i consigli di Nancy Sinatra. i loro percorsi professionali e artistici sarebbero interessanti da raccontare… ma questa è un’altra storia.

Ananas Blog 

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