
- Il Politburo zelighiano
Per capire la natura del potere Zelig si può iniziare dalla Grande Porcata del 2004: una trentina di comici fecero le foto ufficiali di Zelig Off, ma solo la metà andò in trasmissione.
È un caso UNICO nel mondo dello spettacolo che, in altri settori meno “rassegnati”, avrebbe fatto partire come minimo delle cause di risarcimento. (L’episodio è raccontato nel primo post di questo blog, il 19 maggio del 2010)
In quel caso ci furono comici che avevano perso le speranze che furono riattivate da quella convocazione. Ci furono altri che, seppur scartati, furono lasciati a cuocere nell’attesa delle convocazioni al giovedì, fino alla fine.
La natura del potere Zelig non è né buona né cattiva, è INDIFFERENTE e PRIVA DI SCRUPOLI (per capirci meglio: “indifferente” nel senso che non c’è empatia verso i comici; “priva di scrupoli” nel senso che preferisce tenere all’oscuro il più possibile i comici, mentre gli scrupoli dovrebbero indurre a dire la verità ai diretti interessati, come qualsiasi codice etico, morale o religioso consigliano o impongono)
Per mettere in piedi un sistema pieno di carognate come quella raccontata sopra, occorre non solo indifferenza verso il prossimo, ma anche una buona dose di SADISMO (può essere che “carognata” e “sadismo” siano termini coloriti, ma non sono distanti dalla realtà: far fare le foto ufficiali di una trasmissione a chi si sa che non farà quella trasmissione, è indubbiamente un bruttissimo tiro).
I metodi zelighiani sono punitivi verso le persone, spesso in modo bizzarro e inutile (coinvolgere persone che non interessano è ovviamente bizzarro e inutile e poco corretto verso quelle persone). Vanno oltre la normale manipolazione che servirebbe per avere successo.
Questo è vero per il comandante in capo Gino Vignali, per la coppia Gino & Michele, per il direttore artistico Giancarlo Bozzo (una direzione artistica ossessionata dalla segretezza) e via via, giù fino all’ultimo autore.
Facciamo un parallelo tra le storie raccontate da Giulia Ricciardi e Manuelita Vella (ma di simili o peggiori ne sono successe a centinaia!) e lo zelig Off del 2004: IL MECCANISMO È LO STESSO.
Ci sono le lusinghe, la sensazione di avercela fatta (indotta artificialmente), la mazzata finale, la richiesta o la possibilità di tornare per altri anni.
Nel caso sciagurato di Zelig Off 2004 ci sono dentro fino al collo Gino Vignali, Michele Mozzati, Giancarlo Bozzo. Ripeto: non è mai successo che si facciano le foto ufficiali di una trasmissione con gente che non farà la trasmissione.
Nel caso di Manuelita Vella gli autori del laboratorio di Piacenza sembrano aver portato avanti, nel loro piccolo, il ciclo in modo autonomo, come fossero dei piccoli Vignali.
La domanda è: ma chi fa delle cose simili, chi ha imposto dall’alto un sistema di questo tipo che cos’è? Una persona priva di morale? Uno persona che sente di dover calpestare il prossimo per avere successo?
Perché qualcosa deve esserci.
Comunque, per concludere, la natura del potere Zelig è detestabile soprattutto perché si nutre dello sfruttamento delle speranze della gente (che esista uno sfruttamento delle speranze è evidente: la motivazione principale di chi si sobbarca sacrifici enormi per anni è quella di accedere, un giorno, al superenalotto dell’occasione televisiva).
Roberto Gavelli, Amministratore di Ananas Blog (è un lavoro pulito, ma qualcuno lo deve fare)