Paolo Mariconda è un autore televisivo, artefice anche de Gli Sgommati, Made in Sud, Stasera tutto è possibile. Recentemente ha lavorato ad alcuni format sperimentali per Rai4: Ah Ah Car e, soprattutto, Challenge 4, una sfida tra cabaret tradizionale e youtuber. Non tutto è andato per il meglio, ma il rapporto tra comicità e web non finisce certo qui, anzi ci dovremo fare i conti sempre di più in futuro. Lo abbiamo intervistato proprio su questo tema importantissimo:
PAOLO, QUAL ERA L’IDEA DI BASE E LO SCOPO DI CHALLENGE 4?
Avevo l’esigenza di destrutturare e dare una scossa al genere comico del cabaret live, quello che esplose televisivamente con Zelig passando poi per Colorado Made in Sud (che spesso, in questo blog è definito scalettone, termine sul quale nutro delle perplessità…)
Condividevo con autori come Sarcinelli, Santucci, Belardi, Lubrano, D’Angelo e Colabona la necessità di rinnovare e dare freschezza al genere raccontando in parallelo due linguaggi comici: il cabaret live e le nuove forme comiche sul web.
Il cabaret live ha una metrica di scrittura, ma purtroppo è passato da genere a logica di mercato: chiunque abbia tre minuti comici può accedere ottenendo la patente di comico televisivo (ergo: serate etc.) pur non avendo alle spalle una reale gavetta. A poco a poco però anche il mercato delle serate non ha più sorretto, vanificando anche la corrispondenza tra tv e indotto live.
Ma la cosa più preoccupante sono soprattutto i temi trattati sui palchi live dai “cabarettisti”. Sempre gli stessi, sempre allo stesso modo. Non parlo di tv, ma di serate. Per essere franco, rispettando il lavoro di tutti, ci siamo fatti un abbuffata (anche col mio contributo) di sketch, tormentoni, parodie, personaggi, battute e giochi di parole. Ad un certo punto ho sentito nostalgia di personaggi alla Rezza, Guzzanti o dei raffinati esperimenti linguistici alla Ale e Franz o Ficarra e Picone.
Poiché io stesso vengo dal cabaret, amo la comicità ed i comici, volevo fare qualcosa: lanciare un grido, un segnale un allarme. Parallelamente ho visto che nel web le cose erano diverse: se si parla comicamente di temi classici lo si fa in maniera più attuale, più completa, così anche per temi come la discriminazione sociale, la povertà, differenze uomo donne o cibo, sesso, politica etc.
QUALI DIFFERENZE TROVI COL WEB?
Il web è un altro linguaggio, più libero. Mi è sembrato però molto più attento a voler dire qualcosa facendo ridere piuttosto che voler far ridere e basta. Allora ho pensato di mettere a confronto i due generi. Tutto in un teatro live, dove sul palco, ad uno stesso tema, corrispondesse il numero live vecchia scuola ed il suo corrispettivo web in video. Volevo anche un dibattito, per questo ho pensato di destrutturare ancor di più il live mettendo sul palco dei panelist che alla fine delle sfide commentassero. Questo non è riuscito bene anche per la presenza inutile (e di cui faccio mea culpa) dei due palchi in contemporanea. Un errore di cui spiegare le origini qui sarebbe lunghissimo ed inutile. Però l’intento era quello di creare un dibattito, un confronto che potesse in qualche modo aiutare la ” vecchia scuola” (a mio avviso un po’ consumata) a cogliere un segnale di rinnovamento narrativo.