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José Mourinho versus Gino & Michele

19 Set
Gino & Michele e José Mourinho, due filosofie di allenamento agli antipodi…

Di Gat

Nel 2010, dopo che l’Inter ha vinto tutto quello che c’era da vincere, sono emerse alcune certezze sui metodi dell’ormai madrilista José Mourinho che, esattamente sul tema della “tensione”, hanno fatto scattare un parallelo con Gino & Michele che sono i due “mister” di Zelig.

Nelle due bacheche ci sono tanti trofei e tante Champions League sia calcistiche che imprenditoriali: una coppa Uefa e una Champions col Porto, i successi di Smemoranda, una Champions e due scudetti con l’Inter, il boom de Le Formiche e di Zelig Circus, due Premier League col Chelsea, il successo duraturo  e il primato d’ascolti di Zelig, eccetera.

Sia Mourinho che Gino & Michele sono abituati agli ingaggi da capogiro e all’audience elevata e trattano il denaro con la disinvoltura di chi è abituato a passare all’incasso.

Ma sulla leadership, e sulla filosofia di allenamento i metodi divergono completamente.

Mourinho, è stato fatto osservare da molti commentatori di prestigio, si comporta da fenomeno mediatico, le spara grosse, attira l’attenzione, provoca, provoca, provoca e costringe a reagire. Così ottiene il risultato di spostare tutte le tensioni su di sé, salvaguardando la squadra e i singoli giocatori.

Gino & Michele, al contrario, scaricano tutta la tensione possibile sulla loro “squadra”, anzi incoraggiano un sistema che porta artificiosamente la tensione ai massimi livelli, mentre loro si defilano, volano basso, ridacchiano sotto i baffi, non si espongono mai.

Mourinho è un grande motivatore, è riuscito a convincere anche le star come Samuel Eto’o a fare partite di grande sacrificio, a coprire gli spazi a correre come un dannato per la squadra.

Gino & Michele invece hanno rinunciato a fare i motivatori, perché le motivazioni nascono dalla rosa mostruosamente allargata: 300 comici l’anno circa che devono passare attraverso il percorso senza fine di provini e laboratori e convocazioni.

“Noi gli rendiamo la vita difficile, poi sono cavoli loro. Se viene fuori qualcuno bravo lo prendiamo”. Questa sembra essere la filosofia d’allenamento, basata sul turn over ampio, sui tanti ricambi per ogni ruolo, su nessun interesse per il singolo.

Mourinho è adorato dallo spogliatoio. Specie nell’Inter i calciatori erano tutti dalla sua parte. Questo non è mai stato in discussione neanche quando le cose andavano non benissimo, l’Inter non aveva un gioco e la Champions League sembrava stregata.

Gino & Michele sono visti con un misto di vaga incomprensione, vago disprezzo, vaga disistima, tutti sentimenti che si rivolgono a chi viene sentito come distante. La “rosa allargata” non li ama, li segue solo perché non c’è un altro posto dove andare. Le partite di sacrificio si fanno solo nella speranza di avere dei vantaggi, mentre lo spirito di squadra non esiste. Come potrebbe esserci quando per ogni monologhista, per esempio, ce ne sono altri 20 o 30 pronti a sostituirlo?

Mourinho è un decisionista, non mostra debolezze, sembra che abbia in mano tutte le risposte. Fa lo sbruffone.

Invece Gino & Michele, puntano tutto su una finta indecisione, che in realtà non esiste: sanno bene come sarà la trasmissione, quali saranno i contenuti, ma fingono di non saperlo perché così ognuno della rosa allargata avrà la speranza di esordire in prima squadra e si impegnerà al massimo. L’importante è che non sappia che il suo sforzo sarà quasi sempre inutile.

Insomma, Mourinho vince e fa vincere la sua squadra, Gino & Michele vincono ma fanno perdere quasi tutti quelli della loro squadra, ma tanto c’è la rosa allargata…