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La Famiglia Bernardoni: breve storia avventurosa di un format indipendente (2)

13 Mag

 

La Famiglia Bernardoni 2

Seconda puntata del racconto de la Famiglia Bernardoni (vedi post precedente), raro esempio di prodotto super indipendente finito come una scheggia impazzita (sicuramente per sbaglio) sulla tv generalista. 

… Canal Jimmy, sulla spinta particolare di Bernardoni, produsse Jimmy’s Factory (una fabbrica di 4 sitcom a stagione) sempre con la Barter. Intanto il nostro format era entrato nell’orbita di Fox Life.

La “direzione” (sentito con le mie orecchie) aveva considerato di produrre 50, forse 100 puntate di sketch-com da mettere al traino della seconda serie di Desperate Housewife, allora una delle fiction più cool della tv italiana. Era una proposta da capogiro!

Ci avevano anche imposto di cambiare le protagoniste femminili, cosa che non ci piacque per niente, poiché consideravamo Terry Schiavo e Paola Passatello all’altezza della situazione.

Sono sceso, assieme a Massimo Rocchi della Barter, per una 3 giorni di provini in una Roma straniata dalla veglia per l’agonia di Giovanni Paolo II. Davide Colavini era già nella capitale perché stava lavorando allo sfortunato programma di Pippo Baudo “Sabato Italiano”, e ogni tanto faceva un salto.

Avevamo scritto dei testi ancora più provocatori (-Le piace il sesso anale? Anche a me, allora ci divertiremo!-) ma non c’era nulla di pesante, il tipo di parodia era facilmente comprensibile. Il buon senso dei Bernardoni rendeva ogni cosa accettabile e, allo stesso tempo, comica.

Tutto passava con una certa naturalezza. (vedi la puntata 5 della serie andata in onda su Italia 1)

Dai provini è passato il mondo: Elda Alvigini, poi divenuta popolare interpretando I Cesaroni, autrice di un provino strepitoso; Sabrina Nobile de Le Iene; Gabriella Germani arrivata con la sua manager di allora, Luisa Pistoia (-A noi farebbe molto piacere partecipare a questo progetto-); Paola Minaccioni, Federica Cifola e Alessandra Sarno travolgenti nella loro simpatia; Ines Nobili reduce dallo spot dell’8924 con Claudio Bisio, eccetera eccetera.

Bisogna dire che i provini in generale sono sempre abbastanza rilassati. Solo il mondo ottuso del cabaret li ha trasformati in una fonte tremenda di tensione. Però quelli de La Famiglia Bernardoni furono molto più rilassati rispetto alla media. Diverse “provinate”, in seguito, mi dissero di ricordarli come un’esperienza positiva e fuori dal comune.

Cabaret ricolmo di paste da offrire alle “signore”, molta attenzione ai curriculum…  -Hai lavorato con Ken Olin? Se hai lavorato con Ken Olin allora sei tu che devi fare il provino a noi… a proposito, hai conosciuto Lena (Lena Olin NDR)?-

Svaniva quella 3 giorni di provini e già arrivavano notizie allarmanti. La “direzione” di Fox Life era dimissionaria, quindi il progetto sarebbe saltato. Anzi, pare che ci avesse tenuto sulla corda già da tempo, una situazione tipo la commedia di Peppino De Filippo “Don Raffaele e il trombone”.

Da lì in poi Bernardoni non è più decollata. Prima che rientrassimo in possesso dei diritti e anche dopo. Ci sono stati vari tentativi, compresa una sceneggiatura presentata al Premio Solinas, l’interesse di una casa di produzione di quelle 5 o 6 che sono al top (interesse poi tramontato) e un tentativo di trarne dei pezzi di Cabaret.

Attualmente il format fa qualche sortita ogni tanto fuori dal cassetto. Complice anche il fatto di seguire, sia io che Davide, altri progetti e altre strade…

Forse avrebbe potuto diventare una “famiglia Simpson in carne e ossa”, forse no, forse lo diventerà un giorno, comunque è stata una bella esperienza creativa. Senza ombra di dubbio.

Era destinata al macero, all’archivio delle tante puntate pilota girate e mai prodotte. Invece per una serie di coincidenze finì addirittura su Italia 1.

Bernardoni, a te canto. Tutti noi aspiriamo alla stabilità del cielo stellato, che si rinnova di notte in notte. Ma anche una cometa, vista solo da pochi, per un breve periodo in qualche settore periferico della volta celeste, può essere splendida.

Roberto Gavelli Amministratore di Ananas Blog

La Famiglia Bernardoni: breve storia avventurosa di un format indipendente

12 Mag

La Famiglia Bernardoni

La storia dei Bernardoni comincia nel lontano 2004, ma vale la pena di essere raccontata. Volevo realizzare una Famiglia Addams i cui componenti si comportassero con la tranquillità rassicurante di una Casa Vianello.

Sviluppai l’idea con Davide Colavini che “inventò” il personaggio di Gino Bernardoni e, in seguito, anche con Massimiliano Conte che curò la regia.

La puntata zero fu girata senza una lira, ma in una bella casa di Milano 2, con protagonisti Davide Colavini, Terry Schiavo, Paola Passarello e Andrea Longo.

Il risultato fu molto “pesante” nei contenuti: c’era una battuta sull’incesto (che, per inciso, fu quella che fece più ridere la Gialappas), c’erano promiscuità sessuale spinta, considerazioni sui preservativi, un ex operaio Fiat usato come schiavo e giocattolo erotico, traffico di neonati, eccetera. Però il tono di normalità riusciva a far “passare” ogni turpitudine.

Quella pilota diventò la puntata numero 3 della serie  poi andata in onda su Italia 1 sia in prima che in seconda serata.

http://www.youtube.com/watch?v=i0s2pp6eMv4

Qualcuno della struttura sitcom di Mediaset disse che, se fosse dipeso da lui, la Bernardoni l’avrebbe prodotta anche subito. Ma alla Gialappas ci arrivammo per una serie di coincidenze.

Quell’anno Mai Dire Grande Fratello & Figli avrebbe aperto ai contributi esterni, selezionati attraverso il concorso Mai Dire Web. Massimiliano Conte fu tra i vincitori (tra loro ci fu anche Marcello Macchia alias Maccio Capatonda). Conte propose La Famiglia Bernardoni che piacque. Per la produzione ci saremmo appoggiati alla leggendaria Barter, da cui tanti sono passati.

Ma era già arrivato agosto e le cose erano ancora in alto mare. Mediaset aveva offerto una cifra troppo bassa. La trasmissione cominciava l’ultima settimana di settembre e questo voleva dire consegnare il primo VHS entro la metà dello stesso mese.

Scrivemmo comunque le sceneggiature di 8 puntate da 3 minuti e mezzo. Poi scoprimmo che erano diventate molto “popolari” dietro le quinte, che erano piaciute molto, tra gli altri, sia ai tre Gialappi che a Mister Forest che all’autore Fabrizio Testini. Nella scrittura potevamo esagerare. Non ci fu quasi nessuna censura. Potevamo esplorare anche l’assurdo. Cito la seguente perla, quando Ercole, l’amico del cuore di Gino propone:

«…A proposito di carte, che ne direste se ci facessimo una bella partita a Ciulapatata?»

«Ah, che bel nome, che cos’è?»

«Niente, è un gioco che facevamo da giovani: in pratica chi vince va letto con la donna dell’altro.»

«Sì, l’idea mi piace!…»

«…Gino, perché non hai giocato l’asso?»

«Che domande Luisa, devo perdere: sua moglie è un cesso!»

«Ah, adesso ho capito: per un attimo ho pensato che non mi amassi più!»

Il destino girò dalla nostra parte: non ricordo perché, ma la prima puntata di Mai Dire Grande Fratello e figli saltò. Quel budget venne spalmato sulle altre puntate e ci furono i soldi (oltre al tempo) per produrre La Famiglia Bernardoni.

Girammo tutto a rotta di collo in tre giorni. Il clima era euforico. Ne erano un po’ tutti contagiati, troupe compresa, per l’assurdità sconsiderata e dissacrante del progetto.

Si sa che spesso certe produzioni sono funestate da una tensione e da una pesantezza estrema, con un risultato finale che è pure scadente; altre volte invece Continua a leggere

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