Tag Archives: comicità

Cesare Gallarini e le vie alternative al cabaret tv

9 Set

Cesare Gallarini è un comico, autore, formatore, regista teatrale, che ha un percorso interessante da raccontare. In coppia con Marco Della Noce partecipò al Drive In nel 1988 e in altre trasmissioni TV. Poi intraprese la carriera solista continuando da sempre a insegnare teatro e comicità (ha un diploma in regia teatrale). Nel 2005 arrivò l’esplosione dei laboratori (ampiamente raccontata in questo blog) che Cesare ricorda così: “Tutti sono diventati improvvisamente comici. Tutti a calcare palchi per pochi soldi o in cambio di ‘pane e cipolla’. I laboratori, come era prevedibile, hanno distrutto il nostro lavoro. ” 

Però da qui è nata l’idea – necessità di reinventarsi, riversando le proprie conoscenze in qualcosa di diverso dal commerciale televisivo che (già si sapeva) era destinato a implodere lasciando più che altro macerie. L’esperienza professionale di Gallarini è raccontata nel manuale Il Guerriero, il Saggio il Clown (Giacomo Morandi Editore – 31 ottobre 2016), un manuale di public speaking che è diventato un format aziendale su comunicazione e leadership. L’abbiamo intervistato su questi temi, soprattutto sulle “strade differenti” che si possano intraprendere. 

QUALI SONO, SECONDO TE, LE VIE ALTERNATIVE ALLA SCRITTURA COMICA?

Ai tempi mi sono detto: “Cesare cambia strada o diversificati”. Ed ecco che creo una società di eventi e formazione aziendale. Tutta la mia esperienza teatrale, cinematografica e di “animazione” la trasmetto all‘interno delle aziende.  E qui si è aperto un mondo. Le società non erano abituate a lavorare utilizzando la metafora dello spettacolo, non cercavano di fare gruppo attraverso il cosiddetto team building. La formazione era poca e frammentaria. Da allora molte cose sono cambiate, durante i loro meeting le aziende non fanno più (o poco) lo spettacolo a fine cena, ma cercano format che li veda protagonisti. Continua a leggere

un Titanic che non affonda ma rimpicciolisce

10 Set

Sta per cominciare un’altra stagione comico cabarettistica. Veniamo da un’estate dove ai problemi già esistenti, si è aggiunto il maltempo, che ha fatto saltare molti eventi e molte serate. E’ probabile che la crisi arrivi nei denti a molti. La crisi, ovvio, c’è da anni, ma l’impressione è che questa volta molti raggiungeranno la consapevolezza piena della sua esistenza. Non ci sarà neanche più la salvezza televisiva dato che ormai tutti concordano sul fatto che 5 o 6 puntate in prima serata non cambiano la vita.

La comicità italiana è come un Titanic che invece di affondare si rimpicciolisce sempre di più, a mano a mano che passa il tempo tutto si restringe. Prima osservavi il “pianista” in fondo al salone, adesso suona ficcandoti un gomito nel fianco, mentre sei seduto sulla scialuppa. Prima c’era  anche dello champagne, adesso  va di lusso se eviti il Tavernello sgasato. La nave inaffondabile è diventata una barchetta, che comunque non affonderà. Continua a leggere

La Grande Bellezza comica (recensione)

5 Mar

(Qui sopra il trailer del vero film)

La Grande Bellezza comica è un film del 2013, girato nel mondo del cabaret, a opera del regista Paolo Sorrisino, vincitore del “Golden, che due Globe!” e del Premio Oscar come migliore “tristezza non protagonista” 2014.

Regia: Paolo Sorrisino; Produzione: Merdusa; Interpreti principali: Tony Servile; Carlo Merdone; Iaia Debole, Galatea Zanza, Antonello Venduto, Sabrina Chestrilli.

RECENSIONE – In una Milano degradata e dedita a una comicità banale televisiva, ma in cui sono presenti i ricordi della grande bellezza comica del passato, contrapposta allo squallore del presente, si aggira Jep Tormentone (interpretato in modo superbo da un Tony Servile in stato di grazia). Jep Tormentone è un autore comico, ex attore ed ex cabarettista che negli anni ’80 ha azzeccato una trasmissione di culto, ma che da allora ha smarrito la sua identità firmando trasmissioni sempre più brutte, commerciali e senz’anima. Egli conosce bene quel mondo, si sa muovere al suo interno, è amico un po’ di tutti.

Inizialmente vediamo Jep in una di quelle serate con 30 comici in cui tutti devono dimostrare che c’è divertimento, c’è energia, c’era pure un vip, “complimenti per ieri sera, wow, siete grandi”. Dove passano comici televisivi, ex televisivi, aspiranti televisivi; autori frustrati, autori scorbutici, autori alcolizzati;  produttori ex intellettuali, attori porno in cerca di alternative, ex veline, bonazze improvvisate conduttrici, teatranti di strada con la libidine dello sketch tv; dove impazzano travestimenti, gag di ogni tipo e allegria sparsa a piene mani su un fondo di evidente disperazione. Poi il giorno dopo tutto finisce su Facebook a foto sgranate e taggamenti selvaggi. Paolo Sorrisino ci mostra con grande talento visivo quel mondo assurdo e sopra le righe senza esprimere alcun giudizio morale, cercando di catturarne l’essenza e donandola allo spettatore. Continua a leggere

La Piramide Comica (i gradini medi e la base)

29 Nov

La Piramide Comica è quella struttura sociale con un vertice molto ristretto e una base che, scendendo gradino dopo gradino, ospita sempre più persone. A mano a mano che si aggrava la crisi lavorativa, i gradini bassi diventano più affollati (parallelamente sempre meno gente resta in alto).

Nel primo post (leggi qui) è descritto il vertice: un gruppo ristretto di manager (Gino e Michele, Maurizio Totti) e più sotto alcuni comici al top (Checco Zalone e pochi altri). Nel secondo post (leggi qui) sono descritti i gradini alti: le Top Agenzie (come Ridens e ADR), poi i comici famosi ma non ai vertici assoluti (come Pintus, Panariello, Ficarra e Picone), poi alcuni capiprogetto di peso (Bozzo, Andrea Zalone) ed altri meno di peso (Beppe Tosco).

E tu, in che gradino sei?

GRADINO PROFESSIONISTI – qui stanno i comici professionisti lontani dal circuito tv, ma che lavorano tanto e da tanti anni (per esempio Duilio Pizzocchi, Antonello Costa) definiti anche, in modo improprio “mestieranti”. Comunque è gente che fa ridere, che sta bene ed è anche benestante. 

Duilio Pizzocchi guida la pattuglia dei professionisti

Duilio Pizzocchi guida la pattuglia dei professionisti

GRADINO COMICI TV – più sotto i mestieranti, troviamo i comici televisivi che monetizzano abbastanza ma per periodi che sembrano durare non troppo a Continua a leggere

Come diventare autore comico televisivo #1

11 Ott

Ananas Blog pubblicherà un pratico corso online sulle basi di come si diventa Autore Comico Televisivo. Il corso è formato da schede tematiche divise in una parte teorica e una di esercizi da fare a casa. Non sono previsti né iscrizioni, né obbligo di frequenza, solo tanta buona volontà.

LEZIONE 1: È TROPPO TEATRALE

 Chiunque voglia fare l’autore comico televisivo (ACT) deve padroneggiare questo concetto.  

SIGNIFICATO – qualsiasi sketch, monologo, gag che non sia compatibile coi “ritmi veloci televisivi” può essere etichettato come “troppo teatrale”. Inoltre alla categoria può essere destinato qualsiasi pezzo comico che non funzioni, ma su cui l’ATC non ha la capacità o la voglia sia di analizzare i difetti che di proporre delle migliorie.

IMPORTANTE! Il termine non ha nulla a che vedere col teatro. Si tratta di un luogo comune per coprire la vostra impreparazione e per liquidare col minor danno possibile i comici che non interessano, magari nella speranza che producano, da SOLI, qualcosa di più televisivo. 

CASI IN CUI SI PUO’ USARE “TROPPO TEATRALE”:

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Dado Tedeschi: lo spettacolo a favore del Tibet

17 Giu
la locandina di Tashi Delek

la locandina di Tashi Delek

Dado Tedeschi che, detto per i pochi profani che non lo sanno, è un comico e autore professionista (leggi articolo qui), sta portando in tournée uno spettacolo a favore del Tibet, da decenni sotto l’oppressione cinese: “Ladies and Gentlemen Tashi Delek” (sognando un Tibet libero tra risate e riflessione). Tashi Delek è il tipico saluto benaugurale tibetano.

“Si può raccontare tutto questo in modo comico, senza mancare di rispetto a chi soffre e a chi ha perso la vita a causa di questa tragedia? La risposta è in questo spettacolo che mescola teatro civile e cabaret e che racconta non solo la recente e tragica situazione tibetana (usando spesso metafore comiche pescate dal nostro buffo quotidiano), ma anche la storia di questo paese, il Tibet, che con spirito pacifico, filosofia e preghiera ha cercato sempre di uscire a testa alta dalle mille invasioni e ingiustizie che ha dovuto subire. Un percorso storico e filosofico, immerso in un racconto che spesso odora di quotidianità divertente, tra cene al ristorante tibetano, piccole storture del microcosmo italiano, fraintendimenti di aforismi, televendite di bandiere e un piccolo ricordo di Gaber, il tutto messo in scena con finto disincanto da un “convertito che prima da cattolico non faceva niente di cattolico ed ora da buddista non fa niente di buddista (però almeno Buddha è un modello fisico più raggiungibile di Gesù)”. Dado Tedeschi, stand up comedian di formazione cabarettistica, affronta uno spettacolo necessariamente tragico, ma ricco di comicità, sperando che le risate amare provocate, possano trasformarsi in un giorno non troppo lontano in sorrisi di autentica speranza per il Tibet e per il suo popolo…. “ (vedi info spettacolo su Facebook)

Parte del ricavato sarà devoluto alla Tashi Orphan School di Tashi Lama che ospita i bambini che scappano dal Tibet -Kathmandu -Nepal… Forse il sociale è l’ultima frontiera praticabile per il comico (leggi articolo qui), in un ambiente che annulla ogni significato in nome dell’intrattenimento fine a se stesso, l’unica via d’uscita è riuscire a “raccontare qualcosa di utile”, divertendo comunque il pubblico.

Ananas Blog (l’unico servizio pubblico cabarettistico)

Roberto Gavelli intervistato da TvBlog

9 Lug
In quanto amministratore di Ananas, sono stato intervistato dal prestigioso blog televisivo TvBlog, per una serie di interviste ad addetti ai lavori sullo stato della comicità italiana (a cura di Simone Morano.
(Leggi l’intervista su TvBlog) temi trattati? Il monopolio comico, la mancanza di “bio diversità” causa dominio dei varietà comici di prima serata.

E in questo panorama, come si inseriscono le corazzate Zelig e Colorado?

“Il vero problema è il monopolio Mediaset: questi due programmi dominano il mercato e stabiliscono cosa faccia ridere o no. La mancanza di concorrenza genera, a lungo andare, cattiva qualità: è inevitabile.
Non è che Zelig rappresenti il bene o il male: dipende da quello che fa. Se prendesse una pausa di riflessione e si rinnovasse, sarebbe un bene, ma uno Zelig che si ripetesse all’infinito diventerebbe un male. La stessa cosa vale per Colorado, uno Zelig ancora più smaccatamente commerciale, in cui ogni cosa è leggermente fatta peggio”.

Perché in Italia non ci sono gli stand-up comedian all’americana?

“Per colpa della “paranoia televisiva”. Nel tentativo ossessivo di rendere televisiva la comicità, c’è la paura che chi fa un monologo di quel tipo possa far “scappare” i telespettatori. Lo stand-up comedian se non vuole essere emarginato deve avere qualcosa che lo caratterizzi come personaggio (per esempio una giacca buffa). Quei comici che si guadagnano da vivere in giro per l’Italia usando solo la loro presenza scenica, un microfono e la luce che li illumina, sono visti con sospetto”.

Per concludere con alcune considerazioni su ciò che manca alla comicità televisiva:

Cosa manca alla comicità televisiva attuale?

“Proprio per il monopolio esistente, manca la “biodiversità”: per esempio l’improvvisazione. Tutti i capolavori di Renzo Arbore (Quelli della notte, Indietro Tutta) erano basati sull’improvvisazione, quella in cui il capocomico detta i tempi e si crea una specie di jazz della parola. Mancano da morire le sit-com e mancano trasmissioni degne della tradizione di Avanzi e Mai dire gol. E poi manca la seconda serata in generale”.

Viene citata La Famiglia Bernardoni di cui è stata raccontata la storia su Ananas (leggi la prima parte e la seconda parte)

L’intestazione “ex autore Zelig” dimostra solo una cosa. E’ una vecchia regola sentimentale: gli ex rompono sempre le palle ;).

R. Gavelli Amministratore di Ananas Blog (l’unico servizio pubblico cabarettistico)

Intervista a Enrico Cibotto: ridere fa buon sangue?

13 Mar

Enrico Cibotto

Enrico Cibotto è l’organizzatore del concorso di cabaret Riso Fa Buon Sangue, giunto alla terza edizione. Però il concorso stesso è legato a un progetto più ampio che comprende un format live e, soprattutto, un impegno attivo di sostegno all’Avis.

Dopo gli spettacoli, le adesioni vengono prese tramite I-pad ed Enrico, coi suoi collaboratori, sta lavorando ad una App che aiuti e integri la raccolta di sangue (insomma con uno sguardo già rivolto al futuro).

Lo abbiamo intervistato anche per capire che tipo di progettualità si possa sviluppare attorno a un concorso.

RISO FA BUON SANGUE, CHE COS’E’?

Inizialmente è una convenzione con l’Avis Veneto e Provinciale di Rovigo, legata alla risata e alla donazione del sangue. Da questo è nato un format: una tournee estiva coi comici. In seguito si è aggiunto il concorso.

CHE LEGAME C’E’ TRA IL CONCORSO E LA TOURNEE?

Il concorso serve a scoprire nuovi talenti. Non è detto, però, che anche chi non vinca o chi non arrivi alla finale, non venga chiamato per il tour estivo.

CHE CRITERI CI SONO PER ESSERE CHIAMATI NELLE DATE ESTIVE?

L’unica promessa che c’è Continua a leggere

Ananas Blog compie un anno (vissuto facendo informazione)

19 Mag

Un anno di controinformazione!

Meglio la fama della battuta?

11 Mag

Ridere, perché?