Pubblichiamo la traduzione di un articolo scritto dal giovane comedian della scena londinese, Aid Thompsin (recente vincitore del premio “I’M Funny Awards”), dal titolo significativo: “Internet ruberà sempre le vostre battute. Usatelo a vostro vantaggio. Adattarsi o morire.” Pubblicato su chortle.co.uk – the UK comedy guide: un sito che inserisce tutte le info sui comici, comprese le date live (leggi post qui). Aid risponde all’articolo in cui un altro comedian, Dave Bussel, se la prendeva contro i furti di battute e le sanguisughe di Internet. Il tutto ha provocato un acceso dibattito sui social network.
Aid Thompsin, comunque, dà dei suggerimenti interessanti, soprattutto finalizzati a ciò che un comico dovrebbe fare in ultima sede: vendere spettacoli. Lo spostarsi dalla battuta secca al “raccontare storie” e alle “osservazioni della realtà” (dove è più arduo essere derubati) e anche la “cappuccino – cd” proposta. Come alcuni sanno, la scena inglese stand up è finalizzata alla vendita di spettacoli poiché in quel paese esiste più cultura del divertimento, la gente la sera esce più che da noi. Inoltre non c’è l’ossessione televisiva, da noi diventata malattia cronica negli ultimi 10 anni.
Allo stesso modo non sembra esistere il fenomeno dei collettivi di battutisti (scrivete, scrivete, che io seleziono) che sembrerebbe essere un caso tipicamente paraculo – italico. Ecco comunque cosa dice Aid Thompson:
Ho letto recentemente un pezzo di Dave Bussell circa il ‘vampirismo’ di battute: “La gente ruba il tuo lavoro e lo ri-pubblica senza nessun compenso per i diritti all’autore originale” (leggi qui NDR). Mi ha fatto pensare. Mentre posso capire la sua frustrazione come perdita di opportunità per fare un sacco di soldi, il messaggio potrebbe apparire sviante, o peggio, confuso.
“E’ una cosa infernale svegliarsi una mattina e scoprire che qualcosa che tu hai creato è diventato un successo in internet” dice. Posso immaginare. Sono uno dei tanti comici che si sforza nella pausa pranzo per scrivere, twittare, condividere, nella speranza che anche solo uno dei miei “auto-divertimenti”, lamentele a 140 caratteri, finisca per essere ri-twittato a sufficienza per incrementare il mio seguito e convertire tutto in vendita di biglietti. Continua a leggere