Un comico ci ha inviato una dettagliata, sofferta analisi sul sistema dei laboratori Zelig, su quella palestra assurda da cui molti escono più mingherlini e meno sani, in cui gli istruttori sono meno tonici e meno preparati degli allievi. Preferisce rimanere anonimo e in fondo al post spiega i motivi. Dopo aver verificato la sincerità estrema e la verità del racconto abbiamo deciso, comunque, di pubblicarlo. Imperdibile!
Quello che vorrei fosse chiaro a tutti quelli che gravitano attorno agli ZeligLab d’Italia, è che questi non servono ai fini del provino per entrare in trasmissione. Spesso sono controproducenti. Il “sistema” Zelig dei laboratori serve a creare un bacino di seguito, di fidelizzazione di telespettatori e una generale schizofrenia negli aspiranti comici.
Di solito viene raccontato che l’unico modo che hai per accedere alla trasmissione televisiva è quella di fare questi passaggi: prima un provino per un laboratorio, se poi il laboratorio va bene, un provino per accedere a (magari per più di una puntata) “Zelig off”, poi magari, in base ad un apprezzamento di pubblico misurato anche tramite i contatti online, in prima serata alla trasmissione regina della tv comica italiana.
Chi onestamente segue questo iter, si accorge o scopre che in realtà molti comici “arrivati” sono passati avanti senza troppi balzelli. GARANTITO. A volte, per coprire quest’ultimo aspetto, a comici bravi visti o che si sono proposti direttamente, viene fatta fare qualche serata in qualche laboratorio poco prima dei provini, per salvare la faccia al sistema.
Il vero problema è: se il laboratorio è gestito male dagli autori, o vengono dati consigli assurdi ai partecipanti, si rischia di essere condizionati negativamente. Chi partecipa volenteroso ai laboratori si affida ai consigli di questi ultimi con l’idea di proseguire verso il miraggio della tv, e cerca in questo modo di accontentare la loro visione anche se può essere sbagliata, volutamente o involontariamente.
Succede spesso che sul palco, dopo alcune serate di laboratorio, si perde la sicurezza che ti ha fatto arrivare fin lì: i consigli dell’autore tolgono personalità al comico. Poi rimaneggiare il testo e l’idea fanno perdere la freschezza e le convinzioni (Si è mai vista una palestra dove molti iscritti diventano meno muscolosi? NDR)
A me è successo. Se ho iniziato i laboratori 4 anni fa ad un certo livello, li ho terminati ad un livello più basso riguardo l’impatto comico sul pubblico. Alcuni comici può darsi che crescano, altri decrescono. Il metodo degli autori non è mai propositivo, si basa sul farti vedere le cose sbagliate, i difetti che metti nel pezzo, ma non incentiva , non incoraggia gli aspetti positivi.
Scopri subito che c’è una comicità “per la tv” che ha tempi stretti, diversi dai tuoi, che devi far ridere “la media” di chi guarda, ti devi trasformare in un prodotto commerciale e come tale sarai vendibile se ti vestirai in un certo modo, se affronterai certe tematiche “comode”. Tutto in nome del: “Se vuoi arrivare a Zelig, devi fare così!”. Si instaura quel clima di insicurezza e paura di sbagliare che Ananas descrive molto bene.
Ad un comico decente (uno che fa già le sue serate e ha un seguito di pubblico), vengono dati dei consigli ai quali lui stesso non crede troppo, ma il ragionamento che entra nella sua testa è Continua a leggere →
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