… e un buon motivo per essere indignati
Il governo ha appena varato una manovra finanziaria pesantissima che graverà, soprattutto, sui ceti più deboli. Ci saranno anche tagli alle pensioni e tagli lineari a tutte le forme di bonus, agevolazioni ed esenzioni fiscali.
In questo clima di sacrifici sanguinosi, spicca una società leader nel proprio settore che si è ritagliata una totale esenzione dai contributi pensionistici: Bananas srl.
Questo riguarda l’Enpals non versata in un progetto chiamato “laboratori Zelig” che, per inciso, rappresentano la forma di spettacolo cabarettistico dominante in Italia.
Vediamo le caratteristiche di questo progetto che ha ottenuto l’esenzione contributiva in modo bizzarro: tramite liberatorie quasi del tutto “fasulle” (come dimostrato ampiamente dall’inchiesta pubblicata sul blog) o tramite nessuna documentazione:
1) I laboratori Zelig producono quasi 200 serate l’anno, SEMPRE di fronte a un pubblico pagante, spesso in locali e teatri prestigiosi.
2) Ogni serata può vedere alternarsi sul palco 10, 15 fino a 20 e oltre comici che si esibiscono senza percepire nulla (la contribuzione Enpals, ricordiamolo, è comunque obbligatoria anche per chi non prende alcun compenso).
3) Il laboratorio costituisce una “giornata lavorativa” che può essere anche di 10/12 ore (tra viaggio, prove, spettacolo, riunioni e rientro). Si svolge durante l’anno a date e a orari predeterminati.
La quantità di serate di laboratorio è notevole, tanto da inflazionare il mercato di lavoro gratuito e creare un “effetto imitazione” anche nelle realtà indipendenti.
4) Lo scopo dei laboratori Zelig è di produrre materiale per le trasmissioni Zelig Off e Zelig (prima serata), quindi per progetti per i quali Bananas srl viene pagata cifre astronomiche da Mediaset; oppure di realizzare/testare format, attività per la quale Bananas srl ha un contratto nei confronti di Mediaset sia per progetti specifici (vedi Buona la prima, Sketch Show) sia per lo sviluppo nell’area satellitare e/o del digitale terrestre.
5 )L’organizzazione dei laboratori, se si esclude quelli nello storico locale di viale Monza 140, avviene in collaborazione con realtà del luogo (agenzie, teatri, manager, singole persone), ma il controllo organizzativo, la direzione, le scelte artistiche, il modus operandi sono saldamente in mano a Bananas srl, che li svolge per le proprie finalità di business.
È vero che l’evasione contributiva di Bananas (se venisse dimostrata) ammonterebbe a qualche centinaia di migliaia di euro l’anno, moltiplicata per i 5/6 anni in cui ha operato a pieno regime, quindi non risolverebbe i problemi del nostro paese (così come non li risolverebbero i tagli ai costi della politica) ma è anche vero che chi è più ricco dovrebbe dare il buon esempio e dovrebbe contribuire di più.
Non si capisce perché chi prende una pensione da 1.500 euro lordi venga penalizzato, mentre chi fattura 15/16 milioni di euro l’anno goda di questo assurdo privilegio.
C’è da essere indignati dal fatto che Bananas srl (quindi Zelig) goda di un’esenzione coperta (addirittura) da una documentazione chiaramente posticcia.
Questo è uno dei frutti avvelenati di un ambiente che per anni è cresciuto nel disprezzo delle regole, del tutto privo di democrazia interna e di opposizione, che si è arrogato il diritto di operare al di sopra delle regole stesse.
Roberto Gavelli, Amministratore di Ananas Blog (è un lavoro pulito, ma qualcuno lo deve fare)
Bananas vi risponde mezzo stampa con avvocati e voi neanche commentate. Mah.. Non sarebbe il caso di dedicarci un post? Magari rinviate quello sulle dimensioni errate della cannuccia al bar di Zelig..
il panino Ale e Franz è poco cotto.
>Bananas vi risponde mezzo stampa con avvocati e voi neanche commentate. Mah.. Non sarebbe il caso di dedicarci un post? Magari rinviate quello sulle dimensioni errate della cannuccia >al bar di Zelig..
Isidoro, purtroppo l’articolo non è uscito su Repubblica Torino online, ma solo sul cartaceo e l’ho recuperato adesso. Ci sono delle imprecisioni sia da parte di chi l’ha scritto sia da parte di Bananas e, sinceramente, non saprei da dove cominciare. Per esempio: il blog avrebbe ripubblicato il video… Impussèbil! Il blog non è abilitato a caricare video, si possono mettere i link e basta. Ma vaglielo a spiegare, magari non ci credono neanche. Credo anche siano titillati dall’idea che io detenga il video e sia reticente a riguardo. Non ho un tubo, ma quando non si vuole credere non c’è niente da fare. Magari provo a scriverglielo in cirillico?
Comunque ricordo che il tema del post sono le agevolazioni fiscali, non le cannucce
R G
Adesso però dai non esageriamo sulla manipolazione. Puoi decidere se andarci o meno a sti laboratori. Nessuno ti punta la pistola. Solo che se decidi di non andarci sei “tagliato fuori” dal mondo del cabaret. E farai una vita di sagre di paese ma ormai manco quelle. Vogliamo dire le cose come stanno? Stanno così. se ci fosse un’alternativa la gente andrebbe meno al lab. Una volta Colorado aveva iniziato a incutere un certo timore. Ora non più, è diventata una specie di succursale satellite per non parlare di Central Station che usa gli scarti dell’Off presentati dagli autori repressi dal non aver potuto portare i propri pupilli alla corte di viale monza. Anche nella russia comunista avevano la scelta di fare o non fare la fila per il pane o la carne. Basava morire di fame e il gioco era fatto.
…quindi mi confermi che siamo in qualche modo come nella rimpianta Unione sovietica?
Orticello, l’Unione Sovietica sai dove trovarla. non cercarla qui.
Beh, intendo l’Unione Sovietica come un termine per indicare la mancanza di alternative, di libertà, quindi se per “qui” intendi il blog certo che non mi riferisco a questo ambiente, però se si parla del mondo Zeligofilo eccome se ci sono i parallelismi, non ci sarebbe nemmeno bisogno di cercare tanto.
Forse c’è un misunderstanding ma a quanto pare anche arvydas sabonis ha poco compreso l’intenzione del tuo primo intervento.
Ciò che intendo dire è che i cabarettisti sono costretti ad andarci perchè sennò non ci sono altri sbocchi, mica per le lusinghe degli autori, queste sono leggende metropolitane e ti garantisco che alcuni autori dicono venite pure però io non conto niente non vi garantisco niente, sono i vertici che decidono. E la gente continua ad andare lo stesso. Perchè? chi mi sa dire perchè se non per il motivo che altrimenti non duri neanche un mese e chi non ci và viene rimpiazzato da dieci altri che arrivano di loro spontanea volontà. C’è gente che lo fa solo per poter salire sul palco dell’artistico farsi le fotine e bearsi con gli amici. Altro che trasmissione! Vorrei sapere chi ha il coraggio di smentirmi.
>Vorrei sapere chi ha il coraggio di smentirmi.
Giovanni, una cosa: la leggenda metropolitana dei dopolavoristi che occupano tutti gli spazi (e che sono visti come una minaccia da chi lavora e tempo pieno) andrebbe ridimensionata.
Soprattuto adesso che il lavoro è sempre più precario. C’è già un po’ di gente che aveva il lavoro e l’ha perso trovandosi ad avere la comicità come sola fonte di reddito. Insomma, persone col posto sicuro che poi la sera salgono sul palco per divertimento ce n’è poca.
L R
??
Non condivido, io vedo piuttosto diversi artisti miei colleghi lasciare lo spettacolo come unica fonte di reddito per cercare dei lavoretti integrativi, fino addirittura all’abbandonare lo spettacolo.
I dopolavoristi che si buttano nel mondo dello spettacolo e saturano i laboratori e le trasmissioni tv (dalle più sconosciute a Zelig Off compreso) sono una delle principali cause dell’impoverimento qualitativo del cabaret oggi in italia (parlo di quello televisivo, nelle sagre della porchetta gli artisti bravi ci sono ancora, e ci saranno sempre).
Chi permette questo sistema è l’altra causa.
mi spiace ma sono d’accordo con Giovanni
Forse non ci siamo capiti caro amministratore. non parlo di leggenda metropolitana riguardo i dopolavoristi, ma delle lusinghe degli autori per farti restare ai lab. Alcuni non ti lusingano proprio anzi. Ti dicono “Si, il pezzo a me piace ma non so cosa ne diranno a Milano, non illuderti io non conto nulla” Ditemi che non vi è mai successo. Per il resto ci sono artisti bravi fuori dal sistema come dice andrea ma io li cercherei fuori dalla cerchia del cabaret puro. non esiste solo la stand up comedy. E spazio per loro non ce n’è. Troviamo un’alternativa a viale monza.
sai che non ti ho mica capito? stai dicendo di andare o di non andare?
Certo che voi occidentali siete assurdi, fate guerre mediatiche per esportare la democrazia, per l’infibulazione, peggio ancora se qualcuno fa lavorare persone minorenni o la Nike permette di cucire i palloni di cuoio ai bambini..e pensare per la manodopera se pur minorile è pagata, magari solo col cibo altrimenti morirebbero lungo una strada, altri seguono le loro convinzioni tradizionali o religiose.
Magari anche in questi casi nessuno gli punta la pistola alla tempia!
Infatti non si capisce come mai non si possano metter su Macellerie di carne umana.
Ci sarebbero i compratori.
Ci sarebbero i fornitori.
Grazie “un lettore” per il tuo prezioso contributo,
un intellettuale direi!
Sbaglio o decidere di fare i laboratori sia libero arbitrio da parte dei comici?? ogni tanto leggo il blog… ma più lo leggo e più penso che tu sia un invasato! basta non lo leggo più… mi innervosisci e basta!
No, la prego non ci lasci!
Sicuramente i suoi interventi sono ricchi di interessanti argomentazioni come quella che ha appena finito di inviarci e noi resteremo senza “contraddittorio”.
In genere l’uso del sarcasmo nasconde un’incapacità generale a formulare pensieri di senso compiuto.
Ora spiego meglio solo a lei, signor “Ibra”.
La libertà di un cittadino di decidere è indiscussa. Ciò che non risulta accetabile è scegliere di accettare o meno qualcosa che non è corretto, legale o limpido. Per tanto la “scelta” non risulterebbe poi così tanto una scelta.
Il “sarcasmo” come di ce lei si rivelerebbe così per magia avere diversa provenienza.
Comunque controlli sul dizionario la differenza tra “sarcasmo” ed “ironia”.
Saluti.
Concordo con il tuo .. caro Rubens.
>Sbaglio o decidere di fare i laboratori sia libero arbitrio da parte dei comici??
Sbagli, vengono usate tecniche di manipolazione, come si vede anche nel reportage di Ruben Marosha (in parte rimosso, in parte inedito)
>ogni tanto leggo il blog
è qui che sbagli: devi leggerlo tutto. Leggi tutti i post della serie Zelig, la creazione artificiale dell’ansia: https://ananasblog.wordpress.com/category/02-zelig-la-creazione-artificiale-dellansia/ e poi capirai che i comici hanno lo stesso libero arbitrio di un’ape finita in un bicchiere rovesciato.
L’A