La comicità italiana non è mai uscita dagli anni ’80, da quel mix di personaggi + tormentoni + ritmo+ figa che Antonio Ricci, con Drive In, modellò sull’immaginario erotico commerciale di Silvio Berlusconi. Antonio Ricci è ancora lì e quel modello di comicità anni ’80 domina ancora. Zelig afflitto da “personaggite” acuta con qualche monologo ogni tanto, Colorado uguale ma con + figa rispetto a Zelig (per un certo periodo è stata addirittura un covo di “Olgettine”).
Purtroppo Made in Sud (che il blog segue con interesse) si è adeguata al modello Drive In ed infestata da una “personaggite” allo stato puro, in cui i monologhi sembrano addirittura banditi (ma c’è un nutrito gruppo di “suddine” e la conduttrice figa – Gregoraci – appartenente alla cultura pop vip trash più di quanto lo fosse Carmen Russo all’epoca, e il ruolo di zimbello passato addirittura da Margherita Fumero a una donna bella (ma non corrispondente all’immaginario berlusconiano) come Fatima Trotta.
Il modello si adeguava alle necessità Mediaset: A) ottimizzare al massimo gli ascolti con lo “scalettone” e la formula varietà; B) imbrigliare qualsiasi forma di satira politica o sociale, o di messaggio che potesse arrivare dai comici, emarginando di fatto lo stand up comedian.
Ora, visto che Made in Sud promette di andare avanti così all’infinito e che Colorado avrà sicuramente altre stagioni basate sullo stesso tipo di comicità (tra poco in arrivo altre 6 puntate già registrate), potrebbe essere la “casa madre di tutti gli scalettoni” la prima a uscire dalla spirale perversa degli anni ’80. La situazione è la seguente: Bananas ha un altro anno di contratto con Mediaset; Gino e Michele hanno anche loro un altro anno di contratto. E’ evidente che finché Zelig rimarrà sotto l’ombrello di Cologno Monzese, dovrà produrre varietà innocui, pieni di ritmo, personaggi e nessun contenuto o quasi. Non ci sono alternative.
Allora la strada obbligata sarebbe: A) Reintregro immediato di Bisio; B) affiancamento nella conduzione con un figone Mediaset; C) proseguimento all’infinito della formula tradizionale, ricerca esasperata della personaggite; D) probabile stato comatoso permanente della comicità italiana.
Non è facile uscire dalla buca (miliardaria per alcuni) in cui Zelig si è cacciata. Qualsiasi formula che non fosse quella tradizionale (aprire alla diretta, alla satira, alla comicità da seconda serata) richiederebbe un ripensamento e uno sforzo creativo senza precedenti, potrebbe comportare un calo di fatturato e di posti di lavoro, potrebbe gettare Bananas nelle fauci della burocrazia Rai o nel ghetto di Sky 1. Tutte cose che puoi affrontare se sei giovane e affamato, non se hai la pancia piena da un sacco di anni.
Ma, proprio ai nostri giorni dove in tv ci sono ancora le veline, dove 2 terzi dell’elettorato è in mano a un comico nato artisticamente in quel periodo e all’imprenditore che quel periodo ha quasi “modellato”, qualcuno dovrà pur liberarci una volta per tutte dagli anni ’80… e se fosse proprio Zelig? Sarebbe un merito… Il paese commosso ringrazierebbe.
Ananas Blog (l’unico servizio pubblico cabarettistico)
la risposta è NO.
Questa è l’Italia televisiva, bellezza!