Di Gat
ROBERTO BOSATRA (amministratore delegato) e GIANCARLO BOZZO (direttore artistico), in un’intervista a una rivista di settore dichiaravano che i laboratori sono la base del BUSINESS Zelig. Ho letto la cosa in una sala di attesa di un dentista, quindi non ne ho conservata una copia, ma il senso era, ed è chiaro.
ZELIG è un marchio identificato con la comicità; è un prodotto televisivo di successo; è un’agenzia (Bananas) che rappresenta artisti come Ale & Franz e Checco Zalone, costituisce quindi una macchina per fare soldi. Tra queste attività ce n’è una che sembrerebbe improduttiva, quella dei LABORATORI: facendo i conti della serva, bene che vada dovrebbero generare una leggera perdita.
LA PRIMA osservazione (ovvia) è che i laboratori sono organizzati dalla stessa ditta che gestisce il business televisivo, quindi sono per forza parte integrante della “FILIERA PRODUTTIVA”.
HO RECUPERATO però un’intervista a Roberto Bosatra (dal sito di Claudio Bisio), in cui parla anche dei laboratori:
In questi “incubatoi” facciamo crescere artisti che pensiamo possano diventare dei nuovi talenti della comicità. Viste le risorse impegnate, in termini di tempo ma anche di denaro, questi laboratori li consideriamo un po’ come la nostra divisione “ricerca & sviluppo”.
APPUNTO, la divisione ricerca & sviluppo è fondamentale nel BUSINESS di qualsiasi AZIENDA di successo. Si è mai vista una divisione ricerca & sviluppo in cui i “collaboratori” (in questo caso centinaia di comici) lavorino gratis per un numero imprecisato di anni? Non si è mai vista. Andrebbe rinominata divisione “SFRUTTAMENTO & SVILUPPO”.
UN DATO TENUTO NASCOSTO
NELLA VERSIONE ufficiale di Bananas ( vedi link) riguardo ai laboratori si parla di palestra, di mettersi in gioco, di sperimentare, di provare, cioè cose che sono in parte vere, ma non vi è alcun accenno agli affari, al businnes. LO SCOUTING, la ricerca di nuovi talenti è importante, ma da alcuni anni Zelig in prima serata si fa ampiamente a tavolino, e ciò che arriva dai laboratori è minoritario. EPPURE considerare i laboratori il cuore del business non è sbagliato. Non è un caso che l’attività che sarebbe alla base di tanta RICCHEZZA sia organizzata quasi interamente sulla MANODOPERA GRATUITA (circa 25.000 ore l’anno, vedi link).
I COMICI che frequentano i laboratori Zelig non vengono PAGATI, non hanno RIMBORSO SPESE, non gli viene riconosciuta neanche la SIAE, anche quando usano materiale di loro PROPRIETA’.
SEMBRA QUASI di vedere una replica de Le Formiche, abile operazione messa in piedi da Gino & Michele sfruttando una montagna di battute prese gratuitamente da autori famosi e non, vivi e trapassati. NEL CASO dei laboratori l’operazione è più complessa.
Il sistema Zelig (Vedi link ansia 2) crea una RISERVA enorme di comici da cui PESCARE con comodo QUANDO SERVE. I comici sono tutti molto impegnati nel ciclo continuo di provini, laboratori e convocazioni per le trasmissioni, quindi rappresentano una FORZA LAVORO inesauribile: dilettantismo (LAVORO GRATIS) di molti al servizio del GUADAGNO DI POCHI.
PER FARE ZELIG in prima serata servono diciamo 5 o 6 comici all’anno provenienti dai laboratori, ma ne vengono tenuti impegnati circa 300. Come si spiega questa grandissima differenza?
IL VANTAGGIO non sta solo nel materiale umano e creativo gratuito e sempre a disposizione.
L’ARMA TOTALE DEL MONOPOLIO
L’ARMA PRINCIPALE è che i laboratori, e il sistema di cui sono il motore, creano un REGIME DI MONOPOLIO che destabilizza qualsiasi tentativo di alternativa. IL MONOPOLIO È SIA UMANO CHE CREATIVO.
NON A CASO in Italia la concorrenza a Zelig è annichilita, se si esclude Colorado che però fa parte anche lui di Mediaset e che, guarda caso, si sta attrezzando con laboratori propri e sta comunque allargando la base dei suoi “lungodegenti”.
FACCIAMO UN ESEMPIO: sto realizzando una trasmissione comica e decido di puntare su comico. Il pericolo di perderlo è elevatissimo. Le sirene di Zelig sono potenti e suonano tutto l’anno: laboratorio, provini Zelig Off, laboratorio Zelig Off, Zelig Off, attesa Zelig prima serata, prima serata Zelig, altri laboratori, laboratori a tema, eccetera.
È FACILE che prima, durante, o appena dopo la nostra collaborazione egli sia distratto da una di queste sirene. Bene che vada si creerà una frattura, male che vada il frutto del mio lavoro finirà a Zelig che ha il potere di potersi prendere, in qualsiasi momento, ciò che gli interessa.
UNA CONFESSIONE SORPRENDENTE
UNA SERA che aveva alzato un po’ il gomito, un esponente di Zelig si vantò del fatto che le convocazioni per Zelig Off servono spesso a impedire che un comico vada da qualche altra parte: gli fanno fare un paio di puntate, lo illudono un po’, poi ovviamente lo mollano, facendo in modo però che ritorni sempre per avere un’altra dose di Zelig (il prossimo laboratorio, il prossimo provino, la prossima trasmissione).
UNA BASE LARGA, costituita da centinaia e centinaia di persone garantisce un controllo molto importante sulle loro scelte artistiche, sulla stessa vita di ognuno di loro. Da questo sistema capillare si ottiene il monopolio sulla comicità in Italia (e sulla mente e sul cuore di ogni singolo comico).
DA QUI NASCE IL TERRENO FERTILE PER IL BUSINNES ZELIG… ALLORA È IL CASO DI FARE ALCUNE DOMANDE:
1) COME MAI nelle comunicazioni ufficiali non si fa alcun accenno al fatto che i laboratori sono parte integrante di un business e rappresentano una divisione aziendale di ricerca & sviluppo?
2) I COMICI che affollano i laboratori Zelig sono informati del fatto che stanno contribuendo (tramite lavoro gratuito) a un’attività che ha come scopo soprattutto quello di fare soldi?
3) NON SAREBBE il caso di riconoscere ai partecipanti un “gettone di presenza”, dato che il loro lavoro costituisce il core business di un’attività che fattura diversi milioni di euro l’anno?
4) NON SAREBBE il caso di contrattualizzare chi partecipa ai laboratori, dato che il suo lavoro costituisce il core business di un’attività che fattura diversi milioni di euro l’anno?
5) OMETTERE certe informazioni sugli scopi di un’attività non è in fondo un atteggiamento poco trasparente che costruisce un indubbio vantaggio per chi la organizza?
Premetto che a me gli ANANAS e i POMPELMI danno bruciore di stomaco e di conseguenza li trovo indigesti … ma cmq anche a fronte di ciò la storia di POMPELMO mi incuriosisce.
Ciao Roberto e ciao a tutti.
La questione è molto semplice:
nes-su-no de-ve MAI la-vo-ra-re gra-tis!
Basta questo ad inceppare l’eventuale speculazione di chicchessia.
Se il marchio Zelig ci guadagna, il locale che ospita il laboratorio ci guadagna, l’autore emissario di Zelig ci guadagna (anche troppo se, per garantirti il palcoscenico tanto agognato, ti chiede anche le “mazzette” e, a volte, solo per una involontaria distrazione, ti frega anche le battute), perchè i comici (anche quelli con molta esperienza) che si esibiscono non guadagnano un cazzo?
Ripeto: non li lavora gratis… MAI!!!
Bruno Baroni
autore/copywriter
Via Uccellino, 44 – 44028 Poggio Renatico (FE)
0532.825537 – 338.4189609
bruno.baroni@libero.it
Voglio solo dire una cosa a COMPLIMENTI BARONI.
Finalmente uno che non chiede curriculum vitae ma si espone, avessi io tutto il suo coraggio.
Io che mi sono celato dietro a fantomatico username per paura.
Bravo Bruno così si fa.
Bruno, quoto al 100%, anche se la deriva da lavoro gratuito in questo momento è molto forte. Bisogna sterzare a vantaggio del professionismo.
L’Amministratore
Diventare PROFESSIONISTA basta poco … apri una partita IVA e di l gioco è fatto (occorre coraggio di questi tempi, anche se non credo ci siano molti comici a Zelig che l’abbiano mai aperta).
Sarebbe più corretto dire PROFESSIONALI … o no?
Non aggiungo nulla a quanto riportato dall’articolo e ai vostri commenti.
Non so se viene fuori tutto il marcio di Danimarca… però, bè… Ananas è veramente coraggioso a parlarne così… non c’è che dire.
Io nemmeno, mi accodo ad antinore wild.
Antinore, ti ringrazio, il coraggio non manca 😉
WOW questo è scrivere … ma chi siete?
Invidia tanta.
Caro gat, chiunque tu sia, è passata l’estate ma noto che lo sport preferito rimane parlare male di Zelig. Non entro nel merito delle domande che legittimamente sollevi, ma ti propongo un quesito di natura diciamo deontologica. E lo faccio partendo da un aneddoto che riguarda proprio una situazione di laboratorio del passato. Come ben saprai (e se non lo sai te lo racconto io), anni fa Zelig aveva aperto un laboratorio a Lanciano, provincia di Chieti, affidandolo ad un collega che -per coerenza con l’orientamento ortofrutticolo del blog- chiameremo Pompelmo. Pompelmo, come molti autori, doveva affrontare delle spese, quindi ritenne corretto farsi dare un contributo aggiuntivo (aggiuntivo rispetto a quanto pattuito con Bananas, ovviamente) dai comici partecipanti al laboratorio. Il contributo si sostanziava, ad esempio, nel pagare benzine e autostrade, talora cene e caffè. Il vero problema, però, è che Pompelmo si lasciava andare a frasi del tipo: “Se vuoi fare Zelig in televisione, devi fare come dico io”; oppure “Fai come dico io e farai Zelig in televisione”; o anche “Zelig in televisione? E dove pensi di andare se non fai quello che ti dico io?”. O la più canonica “Ci parlo io con quelli di Zelig e fai la trasmissione sicuramente”. Nonostante questo, Pompelmo (probabilmente con la complicità di qualcuno dei vertici) venne inserito nel gruppo di autori della seconda serata e persino coinvolto in un laboratorio in viale monza 140. Poi, successe un fatto strano: un paio di comici che avevano frequentato il laboratorio di Lanciano raccontarono qualche dettaglio di quella esperienza e Pompelmo venne allontanato. Questo è l’aneddoto. Ora, la mia domanda deontologica è questa: secondo te, che sembri avere il polso della situazione, la direzione artistica di Zelig ha fatto bene a cacciare Pompelmo o avrebbe dovuto dargli una seconda chance, visto che il suo atteggiamento era massimamente coerente con la linea aziendale per come tu la racconti?
Cordialmente, K.H. Rummenige
Caro k. h. Rumenigge,
abbiamo recuperato Pompelmo al mercato della frutta e ci ha rilasciato una dichiarazione:
“Le voci relative a quello che presumibilmente dicevo e facevo a Lanciano sono completamente false. Non a caso sono state costruite alle mie spalle. Ho notificato la smentita a G. Bozzo via mail (nessuna risposta), poi ho mandato una mail di smentita a un gruppo di persone interessate (nessuna contestazione). Le presunte malefatte di Lanciano sono state costruite alle spalle, infatti nessuno mi ha mai contattato per un confronto (guarda caso) e i presunti comici sono rimasti anonimi (ma guarda un po’…). Una volta che ho esposto le mie ragioni, c’è stato il silenzio. Poi se qualcuno vuol tirare fuori un bidone, che era già un bidone ai tempi, felice di smentire di nuovo.”
Bene questa è la dichiarazione di Pompelmo, mi sembra abbastanza esaustiva.
Saluti a Beckenbauer
Grazie per la precisazione, ananasblog, anche se io avrei preferito un’opinione informata da parte di Gat che, mi sembra, avere le idee chiare su cosa significa fare questo mestiere. Venendo a Pompelmo, come accade a personalità ben più in spicco in questa piccola repubblica delle banane, testimoni e prove non sono facili da trovare. E’ quindi assai probabile che i vertici di Bananas abbiamo architettato un complotto (con la complicità di anonimi comici e colleghi malevoli) per eliminare un pericoloso concorrente, nonchè l’unico -in un sistema marcio- a rappresentare valori di specchiata onestà e serietà professionale. D’altra parte, come è ovvio, certi pettegolezzi sono duri a morire. Se incontri Pompelmo, chiedigli scusa da parte mia, di tutta la nazionale tedesca vicecampione del mondo 1990 e di quei comici che sono rimasti anonimi per senso del pudore. Cordialmente
K.H. Rummenigge
correggo, non vicecampione nel ’90, ma vicecampione del mondo dell’86, anno in cui nacque la Gialappa, primigenia maledizione per un mondo del live ancora oggi in crisi, se si escludono -ovviamente- Drive In, Non stop e, per certi versi, persino Bravo 7+
Kalle, tranquillo, di Lanciano si parlerà ancora, con cose che, temo, ti piaceranno poco ;).
Nessuno pretende di fare il moralista, ma citerei un motto latino che dice: “rem tene, verba sequentur” (se padroneggi l’argomento, le parole seguiranno). Nel blog ho pubblicato solo interventi di chi conosceva bene ciò di cui parlava per esperienza diretta. Uno deve passare dal tritacarne per poter dire “era un tritacarne”, altrimenti è teoria.
Noto il tentativo ossessivo di far emergere l’equazione: chiunque critichi lo fa perché nasconde qualcosa, quindi bisogna far emergere tutte le cose che possano sputtanarlo. Sputtanando la fonte, la critica viene annulla.
In inglese si chiama Dead Agent, in tedesco non so.
L’Amministratore
ananasblog, non saprei: non conosco il tedesco. nè mi preme far emergere equazioni infeconde. attendo, invece, la valutazione di gat e una sua risposta al mio generico quesito, piuttosto che valutazioni, speculazioni e minacce. in fondo, è un caso interessante che permette di esplorare a fondo il tema della moralità professionale. cordialità
Günter Netzer ciao.
>la direzione artistica di Zelig ha fatto bene a cacciare Pompelmo…?
La risposta alla domanda è molto semplice: trattandosi di accuse inventate, tutta la questione non sussiste, è stato sbagliato in primo luogo sollevare accuse che sono crollate di fronte a una semplice smentita.
L’Amministratore
PS Una precisazione: dovresti leggere i prossimi post, nessuno a Zelig viene cacciato. L’ingordigia di avere tante persone attorno fa sì che gli “editti bulgari”
siano temporanei. Personalmente ho visto quasi tutti “cadere in disgrazia” più volte (e qui dovresti leggere attentamente i post sulla creazione artificiale dell’ansia). Poi c’è qualcuno che, coerentemente, capendo il gioco, decide di stare alla larga.
Capisco il punto, ma noto che gat coerentemente, e per certo capendo il gioco, decide di stare alla larga non rispondendo alla domanda che, come è chiaro a chiunque, da un lato rappresenta un gustoso aneddoto di fantasia; dall’altro un interessante dilemma di etica professionale. Cordialità
Gunther
ps si intende che saluto anche a nome dell’intera difesa del Borussia Monchengladbach, di Bonimba e della famosa lattina
Possibile che la notizia sia stata letta in Men’s Healt?
Articolo di una decina di anni fa’ ?
Ma i giornalisti possibile che non notino niente di strano in tutto ciò?
Sembra un caso di MOBBING PSICOLOGIO, dove dei poveri illusi continuano a caderci.
Ma non c’era una legge che tutelava chi si approfittava dei minorati?
Giornalisti qui c’è della carne sul fuoco … CHI VIENE A CENA?
Top Gum, l’articolo risale a circa 4 anni fa.
Non so se sia mobbing, sicuramente è un caso di evidente ipersfruttamento.
Non ci sono dei poveri illusi, sicuramente persone che qualcosa l’hanno intuita, ma che non hanno un “altro posto” dove andare, e questo è un effetto del monopolio.
L R